I fiumi di ghiaccio del Polo Sud che scorrono verso l'oceano

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Lunedì, 22 Agosto 2011

 

MILANO - Sono stati necessari due anni di misurazioni da satellite (2007-2009) per realizzare la prima mappa completa del movimento dei ghiacci del polo Sud. Lo studio, realizzato dall'Università della California a Irvine in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e il Caltech (California Institute of Technology) è stato pubblicato su Science Express. «Abbiamo osservato un incredibile flusso di ghiaccio muoversi dal cuore del continente che non era mai stato notato prima», ha spiegato Eric Rignot, primo autore del progetto. «È come vedere per la prima volta una mappa delle correnti degli oceani», ha spiegato.

DATI - I ricercatori hanno utilizzato miliardi di dati radar puntiformi forniti dalle agenzie spaziali europea, giapponese e canadese e, grazie alle tecnologie della Nasa, hanno realizzato una mappa ad alta risoluzione dell'Antartide tracciando forma e velocità di movimento dei ghiacciai. Gli scienziati hanno così scoperto l'esistenza di un nuovo crinale di ghiaccio che taglia l'intero continente da est a ovest e una formazione ghiacciata finora sconosciuta che si muove a una velocità di 245 metri all'anno lungo le piane gelate in direzione della costa. Inoltre è stata tracciata per la prima volta una mappa accurata dell'Antartide orientale, che copre il 77% dell'intero continente.

MOVIMENTI - «Questa nuova mappa ha permesso di comprendere che i ghiacci, scivolando lungo il terreno, non si muovono semplicemente verso la costa ma hanno spostamenti anche verso l'interno», ha spiegato Thomas Wagner, un ricercatore della Nasa, «obbligando a rivedere le nostre conoscenze sui movimenti dei ghiacci». «Questo studio apporta nuove conoscenze per la comprensione e le previsioni dell'innalzamento dei mari», ha concluso Wagner. «Questo vuol dire che se si fonde il ghiaccio delle coste antartiche a causa del riscaldamento degli oceani, è come se si togliesse il tappo a quello dell'entroterra che scivolano verso il mare».

LIVELLO DEL MARE - Secondo un recente studio di Anders Carlson dell'Università del Wisconsin-Madison pubblicato il 29 luglio su Science, durante la precedente fase interglaciale il livello dei mari era tra 4 e 6,50 metri più alto rispetto a oggi. Di questo rialzo però solo 1,60-2,20 metri erano dovuti allo scioglimento dei ghiacci della calotta della Groenlandia, il resto era stato determinato dalla liquefazione del ghiaccio del polo Sud, in particolare dell'Antartide occidentale. Questo dato ha messo in serio allarme la comunità internazionale, perché le temperature ipotizzate entro la fine del secolo sono simili a quelle della fase interglaciale Riss-Würm, avvenuta da 130 mila a 114 mila anni fa.

IL FERRO DEGLI ICEBERG - Ma un'altra ricerca resa nota all'inizio dello scorso maggio dice che non tutto il male vien per nuocere. Infatti, riporta l'edizione speciale di Deep Sea Research Part II, che diffonde il primo studio multidisciplinare degli effetti sulla biologia degli iceberg antartici, lo scioglimento degli enormi blocchi di ghiaccio galleggianti nell'oceano Antartico porta in mare il ferro eroso dai ghiacciai dalle rocce del polo Sud. Il ferro favorisce lo sviluppo delle alghe e queste contribuiscono a contenere l'aumento dell'anidride carbonica, il potente gas serra emesso dall'incremento delle attività umane che è la principale causa del riscaldamento globale. (Paolo Virtuani)

PS: questa enorme quantità d'acqua dolce modificherà anche il livello di salinità dei mari, che corrisponderà allo stravolgimento sostanziale di una miriadi di correlazioni che stabiliscono l'equilibrio dell'ecosistema marino, anzi, per essere più precisi, l'equilibrio dell'ecosistema terrestre. (Riego Gambini)

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