CAMBRIDGE, Inghilterra — Straordinaria scoperta in Antartide: una catena di enormi vulcani sottomarini è stata individuata nei mari dell’estremo sud del mondo. I ricercatori inglesi della British Antarctic Survey hanno rinvenuto infatti 12 vulcani, di cui 7 ancora attivi, in molti casi di altezza superiore ai 3000 metri.
La catena di vulcani sottomarini si trova a sud delle South Sandwich Islands, chiamate anche Georgia del Sud, che è inoltre l’isola più grande dell’arcipelago e campo base degli stessi ricercatori della British Antarctic Survey. Si tratta di 12 vulcani di grandi dimensioni: le montagne sottomarine salgono infatti fino a 3000 metri dal fondo dell’oceano, un’altezza quasi sufficiente a farli emergere dall’acqua. Altri crateri collassati, ovvero implosi e sprofondati su loro stessi, misurano fino a 5 chilometri.
I vulcani sottomarini infatti, eruttano e collassano e possono provocare fenomeni naturali simili a degli tsunami. Secondo il British Antarctic Survey questa straordinaria scoperta sarà utile a capire meglio questi tipi di processi. I flussi di acqua calda e i gas emessi dalle bocche vulcaniche creano anche ecosistemi unici e incredibilmente ricchi, dove vivono specie che non si trovano in nessuna altra parte della terra.
I ricercatori britannici hanno individuato questa catena vulcanica sottomarina utilizzando speciali tecnologie sonar 3D finalizzate alla creazione di una mappa dei fondali oceanici, durante la missione esplorativa in Antartide svoltasi tra il 2007 e il 2010. Secondo gli scienziati inglesi, sarebbero gli unici strumenti in grado di realizzare una mappatura del genere.
Si tratta di una scoperta straordinaria, perché è anche la prima volta che un gruppo così numeroso di vulcani sottomarini viene localizzato nell’area antartica. “Sono dei vulcani molto grandi, davvero enormi – ha dichiarato a Livescience Philip Leat, vulcanologo della British Antarctic Survey -. Sapevamo che c’erano dei vulcani nella zona, ma non li stavamo cercando. Siamo andati a verificare cosa c’era in quel punto del fondo marino perché sulla nostra mappa c’era una grossa area vuota lì, volevamo giusto completare il buco mancante. Quando poi abbiamo visto il sensore alzarsi sotto di noi perché stava rivelando le montagne, è stato davvero emozionante”. (scienze.tv)
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