San Benedetto del Tronto - Quasi sentenzia il direttore del Mercato Ittico del Comune di San Benedetto, la dottoressa Villa, quando risponde alla domanda ‘il pescato si può vendere in banchina ai grossisti?’: "La vendita è libera". Anche se, occorre aggiungere, danneggia e non poco le casse comunali e per il semplice motivo: le qualità di pesce più pregiate prendono altre strade, non di certo quelle dell’asta commerciale del Mercato Ittico.
Ciò procura un minore introito: il meno 4,50 % dei diritti d’asta sul venduto. Questo accade dalle ore 21 alla mezzanotte e oltre, al porto di San Benedetto, sulla banchina di riva, denominata ‘Malfizia’. All’attracco dei motopescherecci di ritorno dalla pesca, sono accesi i camion con le scritte ‘Santa Marta’, Comune in Provincia di Viterbo e di altre aziende del settore ittico, con gli addetti pronti ad ‘immagazzinare’ le cassette di pesce fresco.
Facile desumere che, grazie ai precedenti contatti telefonici (i cellulari hanno rivoluzionato il sistema di vendita del pesce), il meglio del pescato venga commercializzato ‘così e semplicemente’. Domanda: e il controllo igienico – sanitario dei medici veterinari viene eseguito sul pesce che parte per altri mercati italiani? Altra domanda: e il quantum fiscale viene controllato dai militari della Guardia di Finanza? Non è dato sapere, ma quello che salta immediatamente agli occhi è il risultato dell’asta del mattino successivo al Mercato Ittico.
L’esempio stralciato dal foglio del riepilogo del pesce commercializzato all’asta, è la cartina tornasole della lampante penalizzazione che innesca la vendita del pesce ‘fuori mercato’. Ieri, la quantità di scampi passata sui nastri trasportatori dell’asta è stata complessivamente di 19,80 chili, di cui solo 3,10 chili di prima, 2,10 chili di seconda e 2,30 chili di terza qualità. Il resto, 3,20 chili di scampi di schiuma e 9,10 chili di scampi piccoli. Di rombi poca roba inserita nel cosiddetto ‘miscuglio’. Eppure, il quantitativo commercializzato al Mercato Ittico è stato il frutto di 22 motopescherecci e, tra l’altro, con 3 di grossa stazza che hanno gettato le reti oltre le 20 miglia, optando per la ‘pesca di fuori’.
Possibile che siano riusciti a pescare solo 7 chili e mezzo di scampi accettabili? Sembra che sia in itinere l’intenzione di correggere il Regolamento per la vendita del pescato. Che venga inserito anche il correttivo all’evidente e penalizzante anomalia commerciale: la vendita ‘fuori mercato’. (Pasquale Bergamaschi - restodelcarlino.it)
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