SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Botta, e risposta: l’assessore alle Politiche del Mare Settimio Capriotti risponde a Nazzareno Torquati in merito alle polemiche sollevate di recente sulla situazione della cassa di colmata. E se la “botta” è stata forte, la “risposta” non è da meno: «I 500 mila euro di cui parla Torquati sono pura fantasia» scrive Capriotti in merito alla copertura con dei teloni della struttura a nord del molo. «Stiamo seguendo fin qui l’iter dell’ufficio Opere marittime di Ancona, e stiamo solo aspettando la copertura finanziaria per “l’inertizzazione” della vasca. Tutto è secondo una scrupolosa prescrizione normativa, e nel caso Torquati avesse dei dubbi, può sempre rivolgersi alla Procura della Repubblica, servendosi di tutte le “prove” del contrario che dice di avere. Il conferimento dei fanghi di Senigallia nella vasca di colmata è avvenuto nel rispetto delle norme, come le numerose analisi hanno evidenziato».
«Va benissimo ed è indice di civiltà chiedere spiegazioni e sviluppare un dibattito – continua Capriotti – Ma Torquati è ormai al di là di ogni ragionevole dubbio, mostrandosi interessato solo ed esclusivamente a produrre disinformazione, più che ai dati raccolti in maniera professionalmente corretta dagli organismi preposti. Pretendere che tutti stiano mentendo, che un ramificato complotto sia alla base della cassa di colmata, o che i dati raccolti siano falsi, sono pure illazioni, riguardanti non semplici irregolarità, ma reati. E questo è inaccettabile, per il rispetto dovuto alla professionalità e alla buona fede di tutti i soggetti coinvolti in questi lavori. Diversamente, lo ripeto, ci si può rivolgere solo alla Procura della Repubblica, non agli incolpevoli giornali, tempestati quotidianamente di continui e infondati allarmi».
Intanto al porto sono stati ultimati, negli ultimi giorni, lavori necessari alla sicurezza degli ormeggi, con un progetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ufficio Opere Marittime di Ancona, per un importo di 155 mila euro. Con questo intervento sono stati sistemati gli anelli e le bitte mancanti, i parabordi in legno, gli angolari ed altri piccoli lavori, consequenziali e indispensabili per completare il progetto. (Rivieraoggi.it)
PS:Invito la stessa redazione di Rivieraoggi a fare un riassunto “delle puntate precedenti”, di tutte le affermazioni e rassicurazioni che cronologicamente nel tempo sono state espresse dai responsabili di questa “grande opera” anche su questo giornale. Solo in questo modo potremo fare luce su ciò che corrisponde a verità – o perlomeno ad una parte di essa – e ciò che non lo è. Purtroppo però a volte non bastano nemmeno gli archivi dei giornali per rinfrescare la memoria di coloro che leggono su come, nel tempo, i comunicati e gli interventi si sono succeduti. Per far questo c’è bisogno di tempo e spesso non si ha voglia né l’interesse di procedere in questa ricerca di approfondimento.
Comunque fatto sta che si stiamo ancora parlando di “copertura ” economica per effettuare la definitiva “copertura” della cassa di colmata. Ma non stiamo anche attendendo il prossimo dragaggio del porto di San Benedetto del Tronto? Che fine farà in caso contrario quello scomodo materiale? Il passo seguente sarà quello di dire che la cassa non è stata completata nei tempi programmati per questo motivo? C’è qualche amministratore disposto ad assumersi la responsabilità personale di ciò che viene pubblicamente affermato ed informare CHIARAMENTE E DEFINITIVAMENTE i cittadini sui tempi e sulle operazioni future?
Invece di intensificare il monitoraggio dell’area marina come Meteorivierapicena aveva richiesto, vista la nuova situazione, ora l’ARPAM riduce la periodicità dei prelievi su tutta la costa e da due mesi riporta solo in modo molto riassuntivo i risultati degli stessi sul loro portale Internet. La cassa di colmata cittadina per ciò che rappresenta dovrebbe indurre tutte le autorità competenti locali, e non, a svolgere un’opera di controllo più adeguata a quelle che sono le nuove necessità e condizioni. I fanghi di dragaggio e tutto l’altro materiale (non visibile) contenuto nella cassa di colmata sono rimasti sprotetti per un periodo di tempo non certo breve. Se non ci fosse stato l’intervento di pochi “rompicoglioni” non sarebbe stata posta una seconda fila di massi a protezione del materiale dato che anche in quel caso, a seguito di una mareggiata, veniva pubblicamente ribadita l’assoluta regolarità e tenuta della struttura.
Da allora “straordinariamente” tante sono state le mareggiare che oltre ad aver messo a dura prova la costa Picena (prima e dopo i ripascimenti) hanno creato condizioni di non completa regolarità della cassa che, ANCHE SE CERTAMENTE IN MODESTE QUANTITA’, riversavano in mare il suo contenuto non essendo ancora definitivamente completata l’opera di copertura. Ricordiamo però che stiamo parlando di materiale definito “rifiuto speciale” per quel che riguarda il suo smaltimento e invece, dalle nostre parti, senza far troppo clamore, precipitava tranquillamente in mare.
Questo è il mio racconto. E’ più un’esposizione di fatti che di opinioni personali per cui spero che questo scritto possa essere utile a fare maggiore chiarezza su una faccenda, molto ma molto delicata, che non dovrebbe riguardare solo Nazzareno Torquati o l’Assessore Settimio Capriotti ma bensì tutta la comunità. (Riego Gambini)
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