Pedalata alla Sentina per il lavoro che non c’è

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Sabato, 16 Ottobre 2010

 

San Benedetto del Tronto - Oltre millenovecento domande di mobilità, tra indennizzate e non, nei primi nove mesi del 2010 sono la fotografia più recente della crisi occupazionale del Piceno.

Per mantenere alta l’attenzione su questo problema la Cgil ha organizzato per il finesettimana una lunga carrellata di iniziative sotto l’ombrello tematico “Il lavoro che non c’è”. Nell’ambito di questa manifestazione si inserisce la pedalata verso la Sentina organizzata per domani mattina, in collaborazione con il Comitato di Indirizzo della Riserva, il Club Amici della Sentina, l’Associazione Sentina e Legambiente. “Abbiamo scelto la Sentina perché riteniamo che la Riserva possa e debba essere anche una opportunità per creare nuovi posti di lavoro – spiega Francesco Neroni, responsabile della Cgil di San Benedetto – e per rilanciare la visione della Sentina che ancora viene vista come qualcosa di brutto anziché un’opportunità per il territorio”.

La pedalata “Rilanciamo la Sentina”, aperta a tutti, partirà alle 9 dalla Rotonda di Porto d’Ascoli, per percorrere via Mare, via Laureati, via Fratelli Cervi, via del Cacciatore e quindi entrare nella Riserva dove saranno effettuate tre soste: alla “Torre del Porto”, alla foce del Tronto e ad una delle fattorie dell’area.

Sulla strada del ritorno tappa anche alla Bioteca Picena che offrirà un assaggio di succhi di frutta biologici.

“Abbiamo accolto con entusiasmo questa iniziativa – dice il presidente del Comitato di indirizzo della Riserva Pietro D’Angelo – e siamo convinti che la Sentina possa offrire una nicchia economica e creare posti di lavoro che oggi non esistono: dallo sviluppo dell’agricoltura biologica al turismo naturalistico. Voglio far notare che noi non abbiamo respinto nessun progetto di sviluppo per la Sentina anche perché non ce n’è arrivato nemmeno uno. E va ricordato che il vincolo più forte che insiste su quest’area non è la Riserva in se ma il Piano di assetto idrogeologico che le assegna il più elevato rischio di esondazione, essendo la naturale cassa di espansione del Tronto”. (corriereadriatico.it)

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