Salute, anziani discriminati

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Sabato, 27 Novembre 2010

 

Le cure ai pazienti anziani sono sempre piu' spesso inadeguate: con l'aumentare dell'eta', nonostante aumentino di pari passo le malattie, diminuiscono drasticamente le prescrizioni adeguate di farmaci e visite. E cosi' oltre la meta' degli anziani che soffre di almeno una patologia cronica e' a rischio per questa riduzione, tanto che dopo un infarto addirittura il 76% dei pazienti anziani non assume terapie sufficienti, e la loro mortalita' e' tripla rispetto a quella di chi viene invece curato correttamente. Sono i dati diffusi oggi a Milano dalla Societa' Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), nel presentare il proprio Congresso nazionale che si svolgera' a Firenze dal 30 novembre al 4 dicembre.

Si tratta dei ''primi risultati della piu' ampia indagine mai svolta in Italia sulla condizione degli anziani - dice la Sigg, che ha collaborato con la Fondazione Sanofi-Aventis - e sul livello delle cure offerte agli over 65''. Sono stati setacciati gli archivi delle Asl relativi a 440 mila assistiti, e dai dati e' emerso che il 70% degli anziani (8,4 milioni sui circa 12 milioni totali) soffre di almeno una patologia cronica tra quelle piu' comuni.

Meta' di questi, 4,2 milioni, non riceve cure adeguate. Il 12% dei pazienti con meno di 70 anni non si vede prescritti gli antipertensivi, ma la percentuale sale al 30% negli over 85. Le statine (i principali farmaci per abbassare il colesterolo) hanno un crollo deciso, passando dal 12% di pazienti non trattati con meno di 70 anni al 50% degli over 85. Gli antiaggreganti non vengono prescritti al 17% degli over 85, mentre a quelli con meno di 70 anni le mancate prescrizioni si fermano solo al 3 per cento. ''Questi dati - spiega Niccolo' Marchionni, presidente Sigg - mostrano una mancata o insufficiente utilizzazione, nei pazienti anziani, di terapie e interventi che potrebbero mantenerli in salute, anche se talora e' il paziente stesso che segue le terapie con maggior difficolta' o dimentica di assumerle''.

Per garantire agli anziani un adeguato trattamento ''e' necessaria una maggiore convinzione dei medici a impegnarsi nella tutela della loro salute. La spesa sanitaria annua pro capite per terapie e accertamenti in pazienti con recente infarto miocardico, ad esempio, si riduce da 1.016 euro fra i 65 e i 69 anni a 453 euro negli ultra 85enni. Cio', almeno in parte - aggiunge - deriva dall'errata convinzione che una persona molto anziana non tragga significativi benefici dalle terapie. Non e' affatto cosi' e le terapie farmacologiche si dimostrano altrettanto efficaci anche negli ultra85enni''.

''Lo scarso interesse nei confronti dei bisogni di salute degli anziani che emerge dall'indagine - commenta Marco Scatigna, direttore generale della Fondazione Sanofi-Aventis - e' indicativo di un atteggiamento pericolosamente discriminatorio: un paziente anziano cui non vengono prescritti farmaci ed esami puo' sembrare un risparmio per la collettivita' ma, alla fine, e' vero l'opposto''. ''I pazienti curati male - prosegue Scatigna - si ricoverano e si ammalano molto piu' degli altri per cui, a lungo andare, spendiamo molto di piu' per rimediare a terapie e diagnosi inadeguate che per trattare come si deve chi ha bisogno delle cure, indipendentemente dalla sua eta'. E questo - conclude - senza considerare la violazione del principio di equita' distributiva delle risorse e l'eccesso di sofferenze individuali conseguenti al sotto-trattamento''. (Lino Grossano - ANSA)

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