“Mastica e sputa”

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Domenica, 21 Novembre 2010

 

[ “Da una parte il miele… dall’altra la cera” ]

Il comitato cittadino apartitico “PRG a Crescita Zero” raccoglie firme e firme…

 

L’edilizia è come il miele. Energia, soldi, lavoro, cosa cercare di più? Case, palazzi, quartieri, città nuove. Nuove amicizie, nuove esperienze. Nuove auto, nuove strade, nuovi semafori. Nuove piscine, nuove palme, nuovi bar, nuovi recinti. Nuovi rifiuti, nuovi turisti, nuovi mercati. Più le “Grandi Opere” che si portano appresso omaggio. Quanta felicità a portata di mano….

 

Benedetta “Megavariante”. Oltre 300.000 metricubi di miele, sotto forma di cemento armato. Sindacogaspari santo subito, che l’ha inventata. E ingrati noi, e stolti, a non capirla. Non ci piace il miele? Non ci piace sposare i nostri figli e farli accasare vicino? Ci piace più la piscina vecchia che una nuova? Siamo antichi, siamo nemici del progresso? (inteso non come albergo…) Ci piacciono i pomodori, l’insalata, le fave e i broccoli di zona-Brancadoro, pure se non sono nostri?

 

Siamo diventati collezionisti di firme, di nomi, di date di nascita, di indirizzi; potrebbero assumerci all’anagrafe. Preferiamo sederci sui banchetti per le firme, piuttosto che da Sciarra; ci piace fermare chiunque, anche gente che non conosciamo, e non facciamo i vigili. Poi i conti, che delizia…65 in tre ore, stasera arriviamo a 100, più 38 di stamattina, se domani non piove si raddoppia… A metà dicembre, passate 3.000 firme faremo festa. Dopo sarà una volata vincente.

 

‘Ste nuove case, più di mille, a dosi massicce. Oltre che inutili ci faranno male. Diventeranno letali, aggiunte a tutto il resto. Già prima di masticarle conviene allora sputarle, peggio che sopportare della schifosa cera in bocca…

 

Non l’avevamo mai ben capita, la splendida “Mastica e sputa” di De Andrè: ci rapiva più la melodia che le storie delle donne di Matera che un tempo masticavano il favo delle api quasi a morirne, per finalmente separare - sputando - il miele dalla cera. Ci torna in mente in questo frangente, con un’interpretazione pratica e forse troppo forzata, ma attuale: il miele uguale al cemento da una parte, la cera uguale alle case dall’altra. Un pasto indigesto, un boccone amaro come il fiele, un rospo che non possiamo - solo per malinteso quieto vivere - mandar giù. Colti da “istinti primordiali”, rifiutandoci perfino d’iniziare a masticarla, la diabolica “megavariante” di sindacogaspari, ci sputiamo subito sopra a colpi di firme. Civilmente, in tanti, in massa, “prima che venga neve”… (Pier Giorgio Camaioni)

 

Mastica e sputa

Mastica e sputa da una parte il miele
Mastica e sputa dall'altra la cera
Mastica e sputa prima che venga neve

Luce luce lontana più bassa delle stelle
Sarà la stessa mano che ti accende e ti spegne
Ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena
Un giorno la prenderò come fa il vento alla schiena

Mastica e sputa da una parte il miele
mastica e sputa dall'altra la cera
mastica e sputa prima che faccia neve

Stanotte è venuta l'ombra l'ombra che mi fa il verso
Le ho mostrato il coltello e la mia maschera di gelso
E se lo sa mio padre mi metterò in cammino
Se mio padre lo sa mi imbarcherò lontano

Mastica e sputa da una parte la cera
Mastica e sputa dall'altra parte il miele
Mastica e sputa prima che metta neve

Luce luce lontana che si accende e si spegne
Quale sarà la mano che illumina le stelle
Ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena
un giorno la prenderò come fa il vento alla schiena

Mastica e sputa prima che venga neve

Fabrizio De Andrè, Anime Salve (1996): Ho visto Nina volare

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