Ecco la “democrazia a chilometro zero”

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Giovedì, 4 Novembre 2010

 

Grottammare - Il 6 e 7 novembre il circuito nazionale “Democrazia chilometro zero” si riunisce per condividere “politiche”, “pratiche” e “prospettive” di associazioni, movimenti, comitati, liste civiche per costruire dal basso socialità e democrazia.

Insieme ai rappresentati dei "Comitati della Val di Susa", dei "No dal Molin" di Vicenza e ad altre realtà territoriali, saranno presenti i tanti gruppi marchigiani da tempo particolarmente attivi nella nostra regione sui temi della qualità ambientale, dei diritti delle persone, del consumo di suolo, dell'acqua bene comune, del paesaggio, delle nuove agricolture, dell'economia solidale, della green economy a vantaggio di tutti.

Come per i prodotti della terra anche per la democrazia c'è bisogno di "chilometro zero". Comitati, associazioni, movimenti, popolo viola, forum sociale dei movimenti per l'acqua, grillini: in tanti sono impegnati ad accorciare la distanza fra cittadini ed istituzioni, a rimettere in contatto i partiti, ora mossi quasi esclusivamente da logiche di potere, con i problemi reali.

Per capire come farlo, il 6 e 7 novembre, presso la sala Kursall di Grottammare, a partire dalle 10,00, il circuito nazionale "Democrazia chilometro zero" (la cui sigla è DKm0) promuove due intense giornate di discussione e tavoli di lavoro dal titolo "Cambiare l'Italia senza prendere il potere". L'allusione è al famoso e controverso libro di John Holloway «Cambiare il mondo senza prendere il potere». Non a caso ad aprire la discussione sarà Alessandro Santoro, prete delle Piagge, rimosso a suo tempo dal suo vescovo e tornato alla base grazie alla sollevazione che ne seguì. Ci saranno poi Claudio Giorno, dei No Tav valsusini, Ornella De Zordo, della lista «Perunaltracittà» di Firenze, Chiara Spadaro, dei No Dal Molin di Vicenza.

Cos'è che unisce queste diverse persone ed esperienze? La consapevolezza che non basta essere in tanti ad associarsi nei territori, alla cancellazione dei diritti, al consumo di suolo, ad una 'green economy' malintesa, alla privatizzazione dei beni comuni (acqua, paesaggio, spiagge...), alla distruzione della ruralità, alla precarizzazione della vita e del lavoro.

Non basta contrastare decisioni prese e resistere; occorre essere lievito di una rigenerata democrazia, di nuove colleganze tra persone ed istituzioni. Si tratta di creare il reticolo concreto, le relazioni, i progetti, gli strumenti, le campagne che, sull'esempio dei forum dell'acqua, ricostruiscano dal basso la democrazia dei beni comuni. E' quanto cercheranno di fare a Grottammare DKm0 ed i tavoli di lavori, aperti a tutti i cittadini, con o senza tessera di partito, semplicemente interessati o già attivi in associazioni, comitati, liste di cittadinanza, movimenti. Ma che vogliano contribuire insieme a cambiare le cose. (ilquotidiano.it)

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