REYKJAVIK, Islanda -- La certezza matematica non c'è ancora. Il timore, quello sì. Secondo gli esperti il vulcano islandese Grimsvötn entrerà in eruzione nei prossimi giorni, con il rischio di una nuova nuvola di cenere nei cieli dell'Europa, sul genere di quella emessa la scorsa primavera dal vulcano Eyjafjöll.
I segni premonitori sono chiari e inequivocabili, dicono i geologi. Vulcanologi e meteorologi si allineano. Il livello del fiume Gigja – che scende dal ghiacciaio Vatnajökull, il più grande d’Europa – è triplicato nel corso della notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre. Il cono del vulcano sta lì sotto.
Il calore provocato dall’afflusso di lava ha sciolto il ghiacciaio per uno spessore di 200 metri sopra il cratere. Poi patapumf, fra qualche giorno, se ci sarà magma a sufficienza, ecco l’eruzione. Le ultime due furono nel 1996 e nel 1998. Durarono 5 giorni.
L’attività sismica è un altro chiaro segnale dell’eruzione in arrivo. Nelle ultime 48 ore, i sismografi hanno registrato tre scosse di rilievo. Tutte tra i 2.7 e i 4 gradi della scala Richter.
Insomma, l’eruzione pare imminente, ma per ora le autorità islandesi frenano su un eventuale blocco del traffico aereo. Dipenderà tutto dalla nube, se ci sarà. Anche nelle peggiori condizioni, comunque, dovrebbe essere una nube di dimensioni inferiori di quella della primavera scorsa, sostengono.
Intanto, dall’altra parte del pianeta, in Indonesia, il Merapi ha ripreso ad eruttare. Sull’isola di Giava sono piovuti cenere e lapilli, scagliati dal vulcano fino ad un’altezza di 1500 metri. Dall’inizio dell’eruzione sono già 38 i morti. (scienze.tv)
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