Ieri in Russia molti si aspettavano un blitz di Greenpeace a San Pietroburgo, dove è arrivata la Kapitan Kuroptevn carica di 600 tonnellate di scorie nucleari provenienti dalla Francia, invece gli attivisti ambientalisti hanno colpito direttamente gli esportatori: hanno bloccato l'entrata dell'ambasciata francese a Mosca.
Naturalmente la polizia russa ha usato i soliti metodi sbrigativi (ancora più veloci quando si tratta del "sacro" nucleare) e cinque partecipanti al blitz sono stati arrestati e, secondo quanto scrive Greenpeace France, «Sono attualmente detenuti dalla polizia russa». Sarà anche per questo che sul sito di Greenpeace Russia non c'è traccia della clamorosa iniziativa, del resto praticamente introvabile anche sui giornali e le agenzie russe.
Yannick Rousselet, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace Francia, spiega che «Questa operazione a Mosca, messa in atto dai nostri colleghi russi, dimostra la nostra volontà di far cessare immediatamente queste esportazioni di rifiuti nucleari francesi verso la Russia. Noi siamo intervenuti sul convoglio ferroviario che trasporta queste scorie nella regione parigina l'11 marzo, così come sulla partenza del percorso della nave (il 13 e il 14 marzo) che fa la spola tra la Francia e la Russia. Con questo nuovo intervento sul suolo russo, dimostriamo che non lasceremo più che la Francia prenda del tutto impunemente la Russia per una discarica!».
Edf ed Areva, le due aziende nucleari francesi che spediscono le scorie in Russia, affermano che l'uranio impoverito mandato in Siberia viene arricchito e dopo rinviato in Francia, quindi non si tratta di scorie. Greenpeace è categorica : «Gli industriali mentono su questo punto». Gli ambientalisti citano le cifre ufficiali sui flussi di materiali radioattivi tra Francia e Russia pubblicati nel dicembre 2009 dall'Haut Fonctionnaire de Défense - Secrétariat général Service de défense de sécurité: «Provano che Areva ed Edf non dicono la verità: dal 2006, 33.000 tonnellate di uranio sono state esportate verso la Russia, mentre solo 3.090 tonnellate hanno fatto il cammino inverso. Che ne è delle 30.000 tonnellate mancanti?».
Dal 1972, ogni 15 giorni la Francia invia in Russia circa 600 tonnellate di scorie radioattive e Greenpeace se la prende anche con la problematica realizzazione in corso della nuova centrale nucleare Epr : «La soluzione per far cessare questo traffico scandaloso non è certamente quella di costruire un nuovo reattore che produrrà centinaia di tonnellate di scorie in più», dice Rousselet e tornando al blitz davanti all'ambasciata francese a Mosca spiega: «Queste esportazioni sarebbero illegali se questi materiali fossero qualificati come rifiuti. Ora, gli industriali se ne escono con questa menzogna vergognosa, parlando di materie valorizzabili. E' come se inviassimo ai russi delle arance già spremute, dicendo loro che, può darsi, in 50 anni potranno tirarne fuori una goccia di succo». (greenreport.it)
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