Nel 1993 l’assemblea generale delle Nazioni Unite indicò il 22 marzo come la prima giornata Mondiale dell’Acqua. Un’occasione per affrontare l’importanza di un elemento che è necessario garantire a tutti gli abitanti del mondo, e che va rispettato anche attraverso un uso sostenibile dell’ambiente.
L’evento vuole rilevare la necessità delle acque dolci e favorire la sostenibilità nella gestione delle risorse idriche. Un modo per discutere su come affrontare le sfide della qualità delle acque che stanno diventando sempre più degradate in tutto il mondo. Ed è in questo contesto che si inserisce il tema del World Water Day 2010, che sarà “Clean Water for Healthy World” (acqua pulita per un mondo sano). Il messaggio che vuole lanciare l’edizione di quest’anno è che l’acqua pulita rappresenta la vita e che la nostra esistenza dipende anche da come proteggiamo la qualità dell'acqua. Soprattutto perché é l’attività umana dell’ultimo mezzo secolo la maggiore causa dell’inquinamento di questa risorsa vitale.
L’Onu stima che ogni uomo ha bisogno di 50 litri di acqua giornalieri, per bere, cucinare e lavarsi. Purtroppo non tutti hanno questa possibilità. Si pensi ad esempio a luoghi come l’Africa, dove vi è la desertificazione e alle zone dove si assiste a un aumento dell’aridità della terra a causa del riscaldamento globale che, secondo recenti studi, negli ultimi quindici anni è raddoppiato. Anche il Papa ha lanciato un messaggio per l’evento: “L’acqua, bene comune della famiglia umana, costituisce un elemento essenziale per la vita, la gestione di questa preziosa risorsa deve essere tale da permetterne l’accesso a tutti, soprattutto ai poveri, garantendo la vivibilità del pianeta sia della presente sia delle future generazioni.”
E parlando di sussidiarietà, solidarietà e responsabilità conclude: “In tale direzione, la gestione sostenibile dell’acqua diviene una sfida socio-economica, ambientale ed etica, tale da coinvolgere non solo le istituzioni, ma la società intera”.
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