Nube vulcanica 10 volte più densa ma ora non se ne preoccupa nessuno

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Domenica, 23 Maggio 2010

 

MILANO – «Ora sì che si può parlare di una consistente nube vulcanica sui cieli dell’Italia. Eppure, stavolta, gli aerei continuano a volare». Il disorientamento del fisico Massimo Del Guasta, da anni impegnato nelle ricerche e nel monitoraggio delle particelle sospese in alta atmosfera, tramite la stazione Lidar del CNR a Sesto Fiorentino, è al culmine. «Un mese fa, quando la nube risultava molto diradata, ai limiti della percezione strumentale, ci fu il lungo e, a nostro parere ingiustificato, blocco del traffico aereo anche in Italia. Ora che è diventata molto più densa, nessuno se ne preoccupa». Negli ultimi giorni, a causa del riacutizzarsi dell’eruzione nel vulcano islandese Eyjafjallajökull, e delle correnti in quota che spirano verso Sud, la nube ha ricoperto per intero la nostra penisola. «Noi stessi, con il nostro Lidar, abbiamo registrato l’inconfondibile impronta delle particelle di polveri e ghiaccio che compongono la nube fra i 1.000 e i 5.000 metri di quota –precisa Del Guasta–. Inoltre, grazie alle misurazioni effettuate presso la stazione dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR di Monte Cimone, si è potuto stabilire che la concentrazione del particolato raggiunge i 50 microgrammi per metro cubo, come dire dieci volte maggiore rispetto a quella di un mese fa, quando fu deciso il blocco aereo».

TRAMONTI ROSSI - La maggiore densità di questa nuova ondata di particelle vulcaniche, aggiunge il ricercatore, può essere verificata anche da occhi non esperti, guardando l’alone che si forma, al tramonto, attorno al Sole che si immerge sotto la linea dell’orizzonte: in queste ultime sere è molto più rosso del solito, a causa degli effetti ottici provocati dal particolato. Fenomeni analoghi si verificarono, anche nei nostri cieli, nel 1991, in seguito alla grande eruzione del vulcano filippino Pinatubo, che saturò di polveri l’atmosfera di quasi tutto il globo. «La mia interpretazione di questa evidente contraddizione –conclude polemicamente il dottor Del Guasta– è che in realtà i dati sulla nube, da noi diligentemente forniti alla Protezione civile e all’ENAV tramite il CNR e altri organismi, sono trattati come carta straccia. Vorrei che qualcuno confutasse la mia idea, forse un po' banale, che le decisioni sui voli non hanno un taglio tecnico, ma esclusivamente politico; ed improvvisato». (Franco Foresta Martin - corriere.it)

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