Parco Marino, c'è chi protesta: «Risorsa? Sono chiacchiere»

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Lunedì, 17 Maggio 2010

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Parco Marino del Piceno, diamo conto di questa dura presa di posizione da parte di ImpresaPesca aderenti a Coldiretti.

«Quella dell’Area Marina Protetta del Piceno, che potrebbe essere un evento imminente, è, per usare un neologismo ad un paradosso, una situazione “kafkiana”. Una area protetta, “spacciata” come Parco, che nessuno ha voluto, e che la gente non ama e non vuole, ma che quattro testardissimi politici “ignari” della diversa volontà locale, denotando il distacco della politica dalla gente, e della volontà di chi vive solo con il suo lavoro e non sui contributi pubblici, ha prepotentemente deciso di attuare».

«Un innamoramento di qualche miope politico piceno - prosegue ImpresaPesca - portata avanti sottotono negli ultimi anni, per creare 5 o 6 posti di lavoro, sostenuti con contributi pubblici, e nel contempo far sparire (tra Fermo, Ascoli-Piceno e Teramo), circa 500 posti di lavoro frutto di una sana e libera imprenditoria. In questi anni abbiamo sentito chiacchiere sulla “grande risorsa del parco”, ma la realtà è ben diversa, e non è narrabile a chi come noi è padrone della materia ed è informato sul settore, pesca e acquacoltura, a noi ed agli operatori non si possono raccontare frottole. Invenzioni ne abbiamo sentite tante, abbiamo sentito grandi discorsi sulla sostenibilità del “parco”, ma solo chiacchiere e nessun riscontro reale e concreto, se non promesse sul futuro (ci si trincerava da parte della politica locale sui “beh non me lo puoi chiedere ora, non dipende da me”), promesse comunque già deluse in partenza».

Secondo l'associazione, «un'Area Marina Protetta che parte solo con 250.000 euro di fondi pubblici, che non basteranno a pagare neppure le risorse base per il funzionamento annuo minimo (sede, personale e sorveglianza), e che quindi graveranno ancor più su Regione, Provincia e Comuni soggetti a cui il “parco” è pronto a chiedere; il tutto per pagare lo stipendio a qualche predestinato? A questo punto è chiaro che noi cittadini e operatori della pesca paghiamo, perché la mentalità del “pantalone” sia sostenibile. Un'Area riservata che toglierà lavoro a decine e decine di imprese e centinaia di persone, senza supporti ed ammortizzatori sociali. Mandiamo a monte un'economia intera per pagare lo stipendio con fondi pubblici a privilegiati».

Poi si esprime scetticismo sull'arrivo dei fondi comunitari, si mette in luce che non ci sarebbero parametri certi sui vincoli agli scarichi a mare da terra e sulla cementificazione delle spiagge e si mette in luce quanto siano difficilmente ricollocabili i lavoratori delle vongolare.

«Chiediamo immediatamente alla Regione Marche ed alla Regione Abruzzo di rivedere i loro pareri e di richiedere al Ministero di bloccare l’iter dell’area Marina Protetta». (sambenedettoggi.it)



Quindi tutte le forme di lotta dei pescatori degli ultimi tempi sono solo una farsa? Quella della pesca, con queste caratteristiche, sarebbe ancora una sana e florida imprenditoria? La mancanza di pescato, specialmente in alcuni periodi dell'anno e la quasi scomparsa di particolari specie di pesce, è quindi solo una scusa per farsi compatire? O queste sono tutte notizie infondate, supportate dai soliti quattro “ambientalisti” del c… che dovrebbero invece andare seriamente a lavorare?

Sono certo che non è così e che tutta la marineria, non solo locale, sta vivendo realmente un momento di grande difficoltà. Ma secondo voi la soluzione sarebbe quella di dare fondo alle poche risorse ancora disponibili, alla“muoia Sansone con tutti i Filistei?” ?

Fino ad oggi è stata questa la vera situazione Kafkiana di cui si parla e la miopia, sempre secondo il mio parere, consisterebbe nel non vedere, o ancor peggio non voler vedere, quali difficoltà abbiamo davanti e quanto ancora miseri siano gli strumenti a nostra disposizione per tentare di arginarne gli effetti.

Non è il Parco Marino a buttare fuori questi lavoratori, ma potrebbero essere Loro a buttarsi fuori da soli, mentre in futuro sarà di fondamentale importanza la partecipazione di tutte le categorie direttamente interessate e degli imprenditori, come anche di tutta la cittadinanza del territorio Piceno (sia chiaro non solo di quello costiero) per far si che il progetto del Parco non rimanga un progetto puramente politico, ma si trasformi nella pratica e nella quotidianità in un volano virtuoso e fruttuoso la cui forza trainante diviene nel tempo palese e in continua crescita.

Per cui credo fermamente che quei 500 posti di lavoro saranno mantenuti perché il progetto di un'area marina protetta, quando veramente protetta, condivisa e rispettata da tutti, genera naturalmente un aumento delle risorse, di cui proprio la categoria dei lavoratori del mare potrà più direttamente goderne i frutti.

I problemi di cui parla Impresa Pesca non potranno essere risolti alla lunga solo con gli ammortizzatori sociali e con i contributi economici (mi dite chi è in Italia a non riceve una qualsivoglia forma di contribuzione?) ma probabilmente con una più saggia gestione delle risorse economiche ma soprattutto di quelle naturali.

In fondo la necessità di creare aree marine protette su questo pianeta (questa si che è una situazione paradossale del cosiddetto mondo alla rovescia) deriva proprio dalla mancanza di lungimiranza, non solo da parte delle categorie interessate, nei più disparati settori, ma anche dalla responsabilità di gran parte delle forme di società altamente industrializzate che in un modo o nell'altro hanno contribuito e continuano a contribuire, incessantemente, al desolante degrado (anche culturale) che ci sta mostrando chiaramente, con segnali diversi, le sue logiche conseguenze.

Per cui, per quel che mi riguarda e per quel che riguarda Meteorivierapicena: benvenuto PARCO MARINO DELLA COSTA PICENA. Riego Gambini, semplice cittadino di questo territorio.

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