Il presidente Barack Obama oggi in Louisiana, mentre l'amministrazione locale accusa la Casa bianca di lentezze nell'arginare il disastro ambientale causato dall'incidente alla petroliera della Bp. La macchia di petrolio continua ad espandersi: il suo arrivo è atteso oggi sulle sponde del Mississippi. Arriverà invece non prima di martedì o mercoledì in Florida, a Pensacola.
La compagnia petrolifera proprio oggi ha detto che ha «usato praticamente tutti i mezzi che aveva. Non ci sono molte altre risorse nel mondo da impiegare contro una perdita come questa». La bp ha chiesto aiuto alle società rivali perché diano una mano a risolvere l'emergenza che, secondo gli esperti, sarà peggio di quella della Exxon Valdez.
Il governo federale da parte sua ha fatto sapere che continuerà a stare con il fiato sul collo della Bp. «È una società da molti miliardi di dollari e il governo degli Stati Uniti non risparmierà sforzi per far sì che ogni risorsa che hanno sia messa a frutto», ha detto il ministro dell'Interno Salazar secondo cui «non c'è dubbio» che il meccanismo che avrebbe dovuto prevenire perdite di petrolio dal pozzo danneggiato non ha funzionato.
Ansia e paura intanto sulle coste del Mississippi, dove è atteso per oggi l'arrivo dell'onda nera. La macchia di greggio intanto avanza portata dalla corrente del Golfo e potrebbe arrivare in Atlantico.
Le accuse al governo federale. «Per Haiti si sono mobilitati subito - tuona Tony Buffone pescatore italo-americano di Venice - mentre noi dobbiamo aspettare». La marea nera «minaccia del nostre coste, la nostra cultura e il nostro modo di vita», ha detto il governatore della Louisiana Bobby Jindal, un repubblicano con le carte in regola per sfidare Obama nel 2102: «Sono stanco di aspettare che Bp tiri fuori un piano e che la Guardia Costiera lo approvi». L'enorme macchia nera «non solo minaccia le nostre zone paludose e la nostra industria ittica, ma anche il nostro stile di vita» ha aggiunto il governatore.
Obama è partito oggi da Washington sull'Air Force One per la Louisiana. Il programma è di andare in elicottero da New Orleans a Venice, la località soprannominata "fine del mondo", avamposto della marea nera nel Delta del Mississippi. Obama avrà un briefing a porte chiuse sulla situazione e farà poi una dichiarazione ai giornalisti al seguito intorno alle 14:30 ora locale, le 21:30 in Italia. I tempi potrebbero slittare se l'uso dell'elicottero presidenziale non fosse possibile per i forti venti che soffiano sulla zona. La visita è stata accuratamente studiata per evitare che il presidente ripeta l'errore del presidente George W. Bush che nel 2005 sorvolò con l'Air Force One New Orleans colpita al cuore da Katrina dando un senso tangibile del suo distacco dalla tragedia che a terra stava vivendo - e uccidendo - il paese reale.
La Guardia Costiera ha ammesso ieri che è «impossibile quantificare» il petrolio uscito dalle falle provocate dall'affondamento della piattaforma petrolifera esplosa il 20 aprile. Secondo un crescente numero di esperti, la macchia di petrolio è triplicata negli ultimi due giorni, il che potrebbe indicare che a 1.500 metri sotto il mare la perdita è aumentata di intensità. E se, come ha previsto Hans Graber, oceanografo del Center for Southeastern Tropical Advanced Remote Sensing dell'Università della Florida, la marea nera dovesse essere intercettata dalla corrente del Golfo, il disastro arriverebbe in un batter d'occhio nel sud della Florida e da lì sulle coste atlantiche dello Stato: secondo Graber «non è più questione di se ma è questione di quando». (ilmessaggero.it)
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