MILANO – La Nasa tace e non conferma, ma lo scienziato Dimitar Sasselov lo dichiara a una conferenza mondiale: secondo i suoi studi e quelli del team che lavora dietro al telescopio Keplero, ci sarebbero 140 pianeti che orbitano nella galassia di dimensioni e probabilmente fattezze simili alla Terra. Scoperte di questo genere aiuteranno, in futuro, a capire origini ed esistenza della vita sugli altri pianeti oltre al nostro. Rispondendo a una domanda vecchia quanto il mondo.
I PIANETI – L'annuncio è stato dato questo mese a Londra, nel corso di un evento organizzato da TED (Technology, Entertainment, Design), dal professore di Harvard, astronomo e fisico, Dimitar Sasselov: secondo lo studioso e i suoi colleghi, ci sarebbero centinaia di pianeti che orbitano nella galassia a somigliare al nostro. Nessuno tra questi è stato ancora verificato con certezza ma tra gli oltre 700 localizzati, almeno 140 avrebbero le caratteristiche per dimensioni e presenza di elementi geofisici tanto da poter parlare di "similitudine con la Terra" e senz’altro di "stesse dimensioni della Terra", come precisa Sassalov nel video del suo intervento, indicando su un planetario ricostruito i 140 punti e ammettendo che qualsiasi astronomo con gli strumenti in suo possesso potrebbe già riconoscerne almeno sessanta. Impossibile, almeno per il momento, capire se su questi pianeti scorra acqua, ci siano rocce o addirittura esseri viventi. Per fugare ogni dubbio, lo stesso professore spiega che verranno promossi a pianeti simili alla Terra quelli che presentano queste caratteristiche: «un corpo piccolo, dotato di rocce, in grado di orbitare intorno a un sole».
KEPLERO – Le dichiarazioni di Sassalov partono dal lavoro del telescopio Keplero, strumento della missione omonima orchestrata dalla Nasa, che è alla ricerca di pianeti che orbitino intorno a un sole dove vi sia vita – almeno allo stadio primordiale – vicina alla nostra. Giusto un anno fa, il telescopio ha restituito la prima immagine raccolta nella galassia, e al 15 giugno 2010 il telescopio aveva già registrato la presenza di 706 candidati. Proprio lo stadio ancora poco avanzato degli studi avrebbe portato la Nasa a tacere (e ricevere critiche da più parti, Nature incluso), almeno per ora, sulla divulgazione di questi dati così suggestivi. Le fonti ufficiali dichiarano che i risultati completi di questo studio saranno divulgati non prima di febbraio 2011.
(Eva Perasso - corriere.it)
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