IL CAMPO era illegale. Il mais transgenico 1 piantato senza autorizzazioni. Le autorità erano state avvertite, ma nulla è successo per giorni e giorni, mentre il polline ogm contaminava i terreni circostanti. Lo stallo è durato fino a questa mattina, quando venti attivisti di Greenpeace sono arrivati a Fanna, in provincia di Pordenone, e hanno tagliato il mais.
"La decisione delle autorità di rinviare la messa in sicurezza di questo campo è stata irresponsabile", ha denunciato Federica Ferrario, responsabile della campagna Ogm di Greenpeace. "Il mais è fiorito e sta già disseminando il polline sulle coltivazioni vicine. Questo è il secondo campo di mais transgenico identificato da Greenpeace in pochi giorni. A questo punto non possiamo escludere che esistano anche altre coltivazioni di mais Ogm in Friuli. Serve una scrupolosa campagna di campionamenti e analisi ad ampio raggio".
A fine mattinata gli attivisti di Greenpeace, che avevano messo in sicurezza circa tre quarti del campo, sono stati fermati dalla polizia che ha sequestrato i contenitori con le infiorescenze del mais transgenico. Rischiano l'arresto per "arbitraria invasione di terreno agricolo".
Ma il consenso al blitz degli ecologisti è quasi corale. L'azione di protesta è stata sostenuta anche dalle associazioni agricole, dalla Confederazione italiana agricoltori alla Coldiretti che ha creato un "presidio della legalità": "Tutti gli otto campioni prelevati sono risultati positivi per la presenza di mais Mon 810. E' stata una vera e propria semina priva di autorizzazione su almeno 4 ettari di terreno agricolo, punibile dalla legge con il carcere fino a due anni".
La task force "Per un'Italia Libera da Ogm", che comprende tra gli altri Legambiente, Wwf, Aiab, Greenpeace e Slow-food, contesta, in particolare, la scelta del procuratore della Repubblica di Pordenone Antonio Delpino: il provvedimento di sequestro del campo di mais, privo della procedura di urgenza sollecitata dagli ecologisti, si è rivelato insufficiente. La contaminazione è avvenuta nonostante le segnalazioni e la possibilità di intervento. Gli ambientalisti chiedono al ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano un provvedimento disciplinare a fronte di un danno che avrà un evidente impatto sull'ambiente e sollecitano l'applicazione del "protocollo operativo di gestione tecnica in presenza di Ogm", che venne utilizzato nel 2003, quando si verificò un caso analogo, dall'allora ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno. (Antonio Cianciullo - repubblica.it)
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