San Benedetto del Tronto - La Bandiera Blu non può non avere come parametro l'atteggiamento di una città verso i disabili. San Benedetto non si impegna ad abbattere le barriere architettoniche quindi non merita questo riconoscimento.
Questo il motivo del gesto radicale di Nazareno Torquati, Giuseppe Greco e Jonni Perozzi: bruciare la bandiera blu davanti al Galileo appena messo a nuovo, simbolo con la sua imponente gradinata di una mentalità del far vedere - secondo Torquati - "in cui il disabile è condannato a vedere limitata la sua libertà di movimento tanto che una vita indipendente diventa impensabile" - denuncia Jonni Perozzi - "Non siamo pieni di rancore, come dice qualcuno, ma vogliamo far rispettare i nostri diritti sui temi dell'autonomia personale, dell'abbattimento delle barriere in città, attraverso la sensibilizzazione dell'amministrazione alle esigenze dei disabili in fatto di parcheggi e dei cittadini a rispettare il divieto di occupare posti a destinati ai diversamente abili."
Una protesta costruttiva con tante idee: dal park tutor per evitare gli abusi nell'uso dei permessi auto per i disabili, al sostegno al progetto Vita indipendente del disabile - promosso dall'Onu e dall'Unione Europea e poi anche dalla Regione - fino ad un assessorato alla disabilità efficiente e con potere di delega. E ancora la messa a norma delle pensiline dei bus con una pedana rialzata che faciliti l'accesso anche alle mamme con passeggino, agli anziani e ai post traumatici - per poter finalmente usare i mezzi della Start. Per il 7 agosto è stata indetta alle 21.00 al Clipper in via Risorgimento 9 una raccolta di firme per sensibilizzare la città su questi temi.
Una città civile si vede dall'attenzione che presta ai disabili - dice Nazareno Torquati. Come dargli torto: l'apertura al diverso, sia esso disabile, anziano o straniero - dimostra il grado di evoluzione di un popolo. Per una vita a misura di uomo, ogni uomo. (ilquotidiano.it)
|