Yurimaguas, città a circa 800 chilometri da Lima, ha chiesto ben undici anni di reclusione.
"Sono molto rammaricato - commenta Francesco, fratello gemello di padre Mario - per quanto sta accadendo a mio fratello ma ancora di più per l’indifferenza mostrata verso questa vicenda dal Governo italiano e dal Vaticano. Mio fratello non ha fatto niente di male. La sua unica colpa, se colpa si può definire, è stata quella di essere sempre dalla parte dei più poveri, andando così ad intaccare interessi troppo grandi. La Chiesa, alla quale mio fratello ha dedicato una vita, dov’era quando lui aveva bisogno di sostegno? Lo hanno lasciato solo".
Ancora la sentenza relativa al processo intentato contro padre Mario, che si attendeva per lo scorso 15 giugno, non è stata emessa: "Ma è come se Mario fosse già stato condannato - dice ancora il fratello -. Non se ne andrà dal Perù come un uomo libero. E’ stato cacciato come un delinquente. Invece il suo impegno, la sua missione, ha riportato il sorriso su tanti volti. Volti di persone che però non contano, di fronte ai grandi numeri del potere economico mondiale". Ancora non è stata stabilita la data del rientro in Italia di padre Mario Bartolini. Intanto, il religioso è in giro per le tribù della sua missione, a Baranquitas. Vicino alla sua gente. Fino all’ultimo. (Nicoletta Tempera - ilrestodelcarlino.it)
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