Greenpeace Usa è infastidita per come i media internazionali stanno presentando il disastro petrolifero della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, descrivendolo spesso con due parole: "senza precedenti", quando, in realtà, non lo è. Greenpeace spiega che esattamente 31 anni fa, il 3 giugno 1979, una piattaforma esplorativa della Pemex, la Ixtoc I, provocò il più grande sversamento di petrolio della storia in tempo di pace: «Circa 3,3 milioni di barili (138,6 milioni di galloni) di petrolio vomitati nel Golfo del Messico per un periodo di quasi 11 mesi fino a quando il pozzo non venne alla fine tappato il 23 marzo 1980».
L'incidente della Ixtoc bene avvenne a soli 160 metri di profondità, dopo si pensava che le Big Oil avessero fatto molti progressi nella messa in sicurezza delle piattaforme offshore, anche in acque profonde, lo scoppio della Deepwater Horizon è arrivato dopo 30 anni a dimostrare che nessuno aveva fatto il miracolo del petrolio sicuro.
Solo ora l'amministrazione Usa sta mettendo un freno alle nuove trivellazioni petrolifere in acque profonde, ma continua a rilasciare nuovi permessi in acque poco profonde, come quelle dove si verificò il colossale disastro della Ixtoc I.
La nota blogger di Greenpeace Alaska, Melanie-D, sottolinea che «Questa politica omette alcuni punti importanti. In primo luogo, il Minerals Management Service nel 2007 pubblicato un rapporto (Absence of fatalities in blowouts encouraging in MMS study of OCS incidents 1992-2006, ndr), che dimostra che le fuoriuscite sono relativamente comuni. Come mostra questo rapporto, tra il 1992 e il 2006, sono stati perforati 5.671 pozzi nelle acque federale della Outer Continental Shelf, e si sono verificate 39 fuoriuscite, con un "blowout" ogni 387 pozzi perforati. In secondo luogo, il rapporto dimostra che 19 dei 39 sversamenti accaduti in questo periodo si sono verificati ad una profondità da 0 a 200 piedi. Naturalmente la profondità della fuoriuscita della Deepwater Horizon richiede una risposta più impegnativa, ma fermare il flusso di petrolio in acque basse, può essere non meno impegnativo, come dimostra la fuoriuscita della Ixtoc. Il blowout di Timor Sea nel 2009 si era verificato in 250 metri di acqua e il petrolio ha sversato per per più di dieci settimane fino a quando non ha avuto successo il riuscito il quinto tentativo di perforare un rilievo».
Secondo Greenpeace Usa il problema vero è che se gli Usa continueranno a perforare al lergo delle loro coste prima o poi succederà un altro incidente, le tecnologie miracolose che dovrebbero evitarlo faranno nuovamente cilecca e il petrolio finirà nuovamente nell'oceano.
«Poiché le furniture convenzionali di petrolio si stanno esaurendo, le compagnie petrolivere si rivolgono alle perforazioni ultra-profonde nell'Artico dell'Alaska ed in alter aree non convenzionali - spiega Melanie-D - I pericoli e le minacce posti dalle trivellazioni petrolifere aumenteranno in ordine di grandezza. Il problema sono le trivellazioni petrolifere in mare, punto. Senza un divieto totale di tutte le nuove perforazione esplorativa in acque Usa, blowouts, morte e grandi sversamenti di petrolio minacceranno ancora le coste americane».
Obama ha promesso che la sua amministrazione metterà in sicurezza tutte le trivellazioni petrolifere, Greenpeace contesta il concetto stesso di "trivellazione petrolifera sicure" perché il ciclo di vita del petrolio dall'esplorazione alla produzione e al trasporto, produce quotidianamente fuoriuscite e sversamenti. «Anche se non una goccia di petrolio venisse sversato - dice Greenpeace Usa - il petrolio alla fine viene bruciato, il che contribuisce al riscaldamento globale. Dalla culla alla tomba, il petrolio porta con sé enormi problemi per la salute, la sicurezza e di l'impatto ambientale. Non esiste qualcosa come una "trivellazione petrolifera sicura"».
Greenpeace Usa ha annunciato l'uscita nei prossimi giorni del suo rapporto "Advanced Energy [R]evolution" che diovrebbe dimostrare che è possibile uscire dal petrolio e come gli Usa possono diminuire il loro consumo di greggio dell'80% 2050 senza dover ricorrere a carbone o nucleare, ma basandosi sul risparmio energetico e sulle energie rinnovabili.
«La Ixtoc I della Pemex, la Deepwater Horizon della Bp, e il Montara blowout del Mare di Timor sono solo tre di un lungo elenco di tragici disastri petroliferi che si sarebbe potuti evitare se il mondo si fosse emancipato dal petrolio - scrive melanie.D - Il trentunesimo anniversario dell'esplosione della Ixtoc, mentre il petrolio viene ancora sversato nel Golfo del Messico dalla Deepwater Horizon della BP, dovrebbe essere una spinta sufficiente per avviare una rivoluzione energetica qui in casa nostra». (greenreport.it)
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