Il panificio solare delle donne di Bougoula

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Giovedì, 28 Gennaio 2010

Nel villaggio di Bougoula, a circa 40 km dalla capitale del Mali Bamako, per produrre il pane l'energia solare ha sostituito la legna da ardere e questo grazie ad un'iniziativa dell'Ong statunitense Mali-folk center aiutata da un'associazione finlandese e dal Rotary club Bamako-Amitié.

Il Mali-folk center è molto attivo nelle aree rurali del Mali e si occupa dei problemi delle energie rinnovabili, della deforestazione, dell'acqua e dei servizi igienici, con un'attenzione particolare rivolta al benessere ed alla salute delle donne. Anche il nuovo panificio solare di Bougoula, costato circa 12 milioni di Franchi Cfa

(appena 26.000 dollari), è gestito da una cooperativa femminile e, secondo gli attivisti Usa, «Questa esperienza è un contributo alla lotta contro la povertà, la fame e il riscaldamento climatico».

Il panificio delle donne di Bougoula fa parte di un'esperienza pilota per produrre pane e prodotti da forno e di pasticceria in ambiente rurale. «Per il momento - spiegano al Mali-folk center - ne traggono beneficio le donne contadine di tre comuni rurali dei dintorni di Kati, ad alcuni chilometri a sud di Bamako». Nei villaggi del Mali tradizionalmente il pane viene cotto dalle donne utilizzando legna da ardere, contribuendo così non solo alla deforestazione in un Paese desertico e semi-desertico ma anche all'inquinamento atmosferico e degli ambienti domestici. In Mali, legna da ardere e carbone vegetale sono le più comuni fonti di energia, contribuendo a circa il 90% di tutto il consumo di energia, e ad oltre il 95% del fabbisogno energetico delle famiglie.

Le città, dove vive il 25% della popolazione, sono i maggiori consumatori di legna da ardere e carbone che viene rifornito dalle campagne e che rappresentano un'importante fonte di reddito per le donne rurali, tradizionalmente incaricate di cercare legna nella boscaglia per soddisfare le esigenze familiari. Quando, con l'urbanizzazione, il legno e il carbone sono diventati un business, questo è fortunatamente rimasto nelle mani delle donne.

«Le donne sono responsabili delle spese delle famiglie numerose - spiega una nota del Mali-folk center - e la vendita del legno è la più importante fonte di reddito per gran parte dell'anno. Nelle zone vicino alle strade principali e nei dintorni delle città, la deforestazione è diventata un grosso problema a causa di questo business del legno. Il Mali, come altri paesi del Sahel, è senza sbocco sul mare, e affronta molte sfide nel campo della fornitura di energia. Il settore energetico è caratterizzato da una dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili (quasi il 10% del fabbisogno energetico), con gli inevitabile conseguenti impatti sulla bilancia commerciale nazionale, e da un'elevata dipendenza dal legno e dal carbone, che insieme soddisfano il 90% del fabbisogno energetico. Questo uso non sostenibile delle biomasse ha come risultati la deforestazione e la desertificazione. La fornitura di corrente elettrica è molto limitata: circa il 20% della popolazione urbana e meno dell'1% della popolazione rurale ha accesso all'energia elettrica. Questo è in contrasto con le abbondanti risorse energetiche rinnovabili. Il Mali riceve in media 2.500 ore di sole all'anno, con un' insolazione fino a 6kWh/m2 al giorno. Il vento ha un potenziale enorme, con velocità media del vento a nord e ad est del Pese di 3 - 7 m/s. Si tratta di risorse decentrate che possono essere sfruttate da una popolazione del Mali in gran parte decentralizzata. In molte aree del Mali non ci sarà mai una rete elettrica nazionale, perché la densità di popolazione è troppo bassa perché sia redditizia, ma il solare e l'eolico possono dare la possibilità di produrre energia elettrica dovunque sia necessario».

Il Solar/Wind department dell'Ong statunitense lavora insieme alle popolazioni rurali per lo sfruttamento di queste risorse energetiche rinnovabili, con una forte attenzione alla formazione tecnica per costruire la necessaria professionalità a livello locale per il funzionamento e la manutenzione dei sistemi installati. Insieme agli abitanti dei villaggi vengono individuate e messe in atto le più adeguate strutture di gestione, compresa quella dei redditi generati da meccanismi adattati al contesto socio-ambientale, che è essenziale per garantire sistemi energetici in grado di produrre entrate economiche sufficienti a pagare per la loro manutenzione. «Solo allora - dice il Mali-folk center - i benefici sono davvero sostenibili».

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