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NEW YORK, Usa - Si avvicina la scadenza del 31 gennaio. In quella data i paesi aderenti alla confernza di Copenhagen dovranno presentare i loro target di riduzione dei gas serra.
L'Europa conferma che è pronta a fare di più di quel 20 per cento discusso al vertice danese. L'Ue, a fronte di politiche e impegni coraggiosi da parte degli altri Paesi, sarebbe pronta ad arrivare a una dimunuzione del 30 per cento.
Il segretario dell'Unfccc (United nations framework convention on climate change) - la convenzione Onu che si occupa del clima - Yvo de Boer ha precisato che il 31 gennaio è una ''soft deadline''. "Il 31 gennaio - ha ricordato - i Paesi sono chiamati a dire se sono tra i firmatari dell'accordo di Copenaghen. Potranno rispondere alla data richiesta o piu' tardi. E' una data limite soft, aggiungendo di non credere comunque che tutti la rispetteranno".
L'accordo di Copenaghen due tabelle da riempire con le cifre relative alla quota di riduzione di emissioni di gas serra che i Paesi dovranno comunicare entro il 31 gennaio 2010. La prima tabella riguarda i Paesi industrializzati, la seconda è per i Paesi emergenti come la Cina.
In una missiva che verrà spedita all'Onu e che ora è all'esame degli stati membri, la Ue ribadisce l' obiettivo vincolante assunto per una riduzione del 20 per cento di Co2 entro il 2020 e conferma di essere pronta a portare questo target al 30 se "altri Paesi sviluppati si impegneranno per riduzioni analoghe e i Paesi in Via di sviluppo contribuiranno in modo adeguato".
Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Svezia spingono per il 30. Altri paesi, fra cui l'Italia, preferirebbero il 20. Quanto a un trattato vincolante sul clima, De Boer ha detto che potrebbe essere raggiunto entro l'anno, probabilmente con la prossima conferenza in Messico.
Intanto proseguono gli studi del Comitato Evk2Cnr che attraverso la rete di monitoraggio in alta quota denominata Share sta raccogliendo dati significativi sul cambiamento climatico in corso sul pianeta. (scienze.tv)
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