La sete della Cina potrebbe essere in parte spenta dalle due immense riserve d'acqua sotterranee che sono state scoperte dai geologi nel bacino del Qaidam, il bacino idrico più elevato situato sull'altipiano del Tibet-Qinghai.
Si tratta di un'area situata ad un'altitudine media 3.000 metri, molto delicata dal punto di vista ambientale e della biodiversità, ma anche ricca di risorse naturali come sale, petrolio, carbone e gas, alle quali ora si aggiungono anche le falde idriche. Ricchezze molto ambite nella Cina dello sviluppo accelerato e che potrebbero far saltare un già difficile equilibrio, anche con possibili conseguenze sulla già tesa situazione etnico-politica del Tibet occupato dai cinesi.
E le parole di Luo Yinfei, responsabile dell'Ufficio per la gestione ambientale e geologica della provincia del Qinghai, non sono certo tranquillizzanti sulle intenzioni del governo locale: «Le riserve idriche sotto i coni alluvionali nelle regioni di Golmud e Delingha hanno una capacità di stoccaggio di 2,8 miliardi di metri cubi. Circa 465 milioni di metri cubi di acqua sotterranea di questi depositi possono essere sfruttati annualmente. La scoperta di tali riserve idriche in un bacino situato in una regione interna è molto rara. Circa un terzo del bacino è deserto. La scoperta di queste riserve permetterà di facilitare grandemente lo sfruttamento delle risorse naturali nel bacino». (greenreport.it)
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