San Benedetto del Tronto - Ventidue ettari persi in 60 anni, altri undici a rischio nei prossimi 30, con la Torre sul Porto, il casolare storico del sedicesimo secolo, prima struttura minacciata di essere sommersa.
E, se non bastasse, anche i danni all’argine nord del Tronto, ormai praticamente cancellato alla foce. Se mai esistessero dubbi sulla gravità del problema erosione lungo il litorale sambenedettese, uno sguardo a quanto è accaduto alla Sentina dovrebbe eliminarli.
Secondo lo studio realizzato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organismo legato al ministero dell’ambiente), in 60 anni la linea di costa alla Sentina, a causa dell’erosione, è retrocessa di 120 metri, fenomeno che nell’ultimo decennio ha subito un’accelerazione: dal 1999 al 2008 la media è stata di 45 mila metri cubi di sabbia persi, all’anno. Praticamente un ripascimento al contrario.
“La situazione è drammatica – dice Pietro D’Angelo, presidente del Comitato di indirizzo della Riserva – come è emerso nel convegno dedicato all'argomento dello scorso dicembre, nel quale sono stati presentati i risultati dello studio dell’Ispra. L’erosione del resto è un problema mondiale, legato agli scenari dei cambiamenti climatici”. Nel caso specifico della Sentina (ma con ripercussioni sull’intero litorale sambenedettese), il progressivo peggioramento della situazione si riconduce a un fattore su tutti, l’interruzione del ciclo naturale di ripascimento attraverso l’apporto di materiali trasportati dai fiumi e dalle correnti marine: “Il Tronto non porta più inerti – spiega D’Angelo – il pennello costruito per il porto a Martinsicuro blocca quello che arriverebbe con le correnti di Sud-Est mentre quelle di Nord-Est trovano prima le barriere messe a protezione del resto del litorale. Il risultato è che, se la situazione non cambia, nei prossimi trent’anni la linea di costa penetrerà di altri 60 metri”.
Rischiano di rimanere sommersi, oltre ad altri ettari dell’area protetta, anche due edifici storici: il più a rischio è anche il più importante, la Torre sul Porto del 1543 sulla quale insiste un vincolo storico-architettonico come bene da salvaguardare. L’antico casolare dista attualmente dalla battigia meno di venti metri e quindi, ipotizzando una progressione costante del fenomeno, potrebbe finire in acqua già tra un decennio.
Tra le soluzioni proposte dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per difendere l’arenile alla Sentina la più praticabile, secondo la Riserva, è la realizzazione di barriere sommerse, abbinata al ripascimento.
Costo stimato per l’intervento tra i cinque e i sette milioni di euro.
Considerata la compromissione della foce della Tronto provocata dall’erosione (l’argine marchigiano, è stato “spezzato” dal mare, e l’ultimo tratto è ridotto a un isolotto), la Riserva spera di coinvolgere l’Autorità di bacino del Tronto, oltre al ministero dell’Ambiente, per trovare i fondi. (Alessandra Licciardello - corriereadriatico.it)
PS: Prevenire è sempre meglio che curare. Banale vero? (Riego Gambini)
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