San Benedetto del Tronto - Negli ultimi anni si è molto accentuato il fenomeno dell'erosione delle spiagge da parte del mare: siamo davanti ad un fenomeno che non sta risparmiando nessuna delle nostre coste e che, per colpa di già previste future mareggiate, sconvolgerà il nostro sistema turistico balneare. Molte delle nostre strutture spariranno sotto i colpi mortali delle grandi onde, vanificando così anni e anni di lavoro e di investimenti.
Temiamo che tutto ciò farà passare in secondo piano l'ormai famosa minaccia che proviene dagli sciagurati decreti emanati recentemente dalla comunità europea e quelli riferiti ai canoni demaniali stabiliti dalla legge 296 finanziaria 2006/7.
Abbiamo fino ad oggi assistito ad un grande impegno da parte delle Regioni e dei Comuni per cercare di tamponare e arginare il fenomeno localmente, ove possibile, con risultati però largamente insufficienti, anzi addirittura controproducenti. Pensiamo ad esempio agli ultimi gravissimi episodi rappresentati dalla cassa di colmata, dal ripascimento delle spiagge con la sabbia di Marina Palmense e con una collocazione di scogliere senza una visione d'insieme di tutta la costa. Questo ha creato un diffuso senso di sfiducia della pubblica opinione nei confronti del settore tecnico della Regione Marche e dei politici di riferimento siano essi regionali che locali e rappresentanti di categoria abbinati .
Tutto ciò è accaduto spesso perché si è operato con precipitazione e senza gli studi necessari e, soprattutto, senza coordinamento fra le località limitrofe. Così facendo ci si è procurati danni irreparabili in ogni dove, con spiagge salvate ed altre rovinate.... Noi crediamo che sia giunta ormai l'ora di un impegno a 360 gradi da parte delle Istituzioni locali e da parte del Governo, attraverso la costituzione, a livello nazionale, di un coordinamento studi in grado di programmare interventi mirati e condivisi.
Tutto ciò, però, non dovrà più riguardare i soli litorali e i soliti noti ma anche tutto il territorio nazionale , al fine di ritrovare le condizioni affinché si possa ottenere almeno un inizio di ripascimento in maniera naturale. Un ripascimento ottenuto, cioè, in modo naturale dai fiumi, dal lavaggio dei terreni e da azioni mirate che permettano di riportare l'ambiente agli standard qualitativi e all'equilibrio della situazione ecologico ambientale precedente: un equilibrio ambientale necessario al ritorno nelle nostre spiagge dei tanto desiderati granelli di sabbia senza deturparle con risoluzioni di facile effetto.
Noi siamo consapevoli delle difficoltà dovute al fatto di dover recuperare una situazione già degradata: la speranza è che, almeno, tutti i soggetti interessati si adoperino per trovare le risoluzioni idonee ed a non provocare ulteriori danni all'ecosistema marino. Tutto questo dovrà essere organizzato con risorse che le Regioni dovranno impegnare, con il contributo dello Stato, e dei comuni con la collaborazione di uno studio sulla dinamica costiera e sui possibili interventi di riqualificazione ambientale e difesa del tratto di costa coinvolgendo studi tecnici tipo il Politecnico di Bari LIC-Laboratorio di Ingegneria per la difesa delle Coste.
Il LIC è l' unico laboratorio italiano dotato di vasche di simulazione con modelli tridimensionali in cui è possibile valutare il comportamento delle opere sotto l'azione di moto ondoso e sperimentare sistemi di difesa alternativi alle attuali scogliere e proporre soluzioni efficaci e durature.
Questo nostro allarme, questa nostra analisi, così preoccupante, è dovuta dalla necessità di proteggere un bene come i nostri arenili: tutti, ripetiamo, tutti devono capire che sono le nostre spiagge le risorse oggi più importanti per lo sviluppo dell'economia nazionale , uno sviluppo che dal turismo balneare trae enormi risorse.
Per affrontare tutto ciò chiediamo , per noi e per tutti i nostri concittadini, che il ministro Fitto organizzi, fra le altre cose, un incontro tra i tecnici e i responsabili politici delle varie Regioni con la partecipazione indispensabile delle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale e con i responsabili della protezioni civile delle zone maggiormente colpite.
Noi come associazione faremo la nostra parte, consapevoli dei rischi che il nostro turismo balneare, ovvero il nostro futuro, sta correndo e ci aspettiamo che anche gli altri soggetti interessati stiano al nostro fianco: davanti a questa situazione di pericolo ambientale, si vince tutti insieme o tutti insieme si perde e se si perde sarà l'Italia intera che avrà perso un pezzo del proprio futuro!
Giuseppe Ricci
- Presidente ITB Italia
PS: pur ritenendo
assolutamente sensato intervenire con criterio
quando ciò risulta necessario, mi preme ricordare
che se il livello del mare continuerà ad aumentare,
lentamente ma inesorabilmente, a poco serviranno le
barriere "di ogni ordine e grado". Lungo la nostra
costa sono sufficienti 20/40 cm di marea e un mare
un po’ più impetuoso del solito a generare quelle
condizioni ambientali che da alcuni giorni sono
chiaramente visibili ai nostri occhi. A parte il
fatto che il Mare vive una sua propria dinamicità,
per cui prende e dà a seconda delle sue esigenze e
ciclicità, se continueremo a non tenere in maggiore
considerazione i segnali allarmanti già visibili in
molte parti del Pianeta, tutte le realtà costiere
del Mondo dovranno confrontarsi con situazioni che
in ogni caso modificheranno le abitudini di questi
popoli come pure il loro modus vivendi. Questo
avverrà senza ombra di dubbio se gran parte dei
ghiacci del pianeta si scioglieranno e ciò sta già
accadendo. Ah, dimenticavo: sto parlando del pianeta
Terra (Riego Gambini) |