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La Cina è colpita da giorni da un'ondata di gelo che farebbe pensare che il global warming è un fatto che non la riguarda, ma in realtà i segnali del cambiamento climatico che preoccupano gli scienziati ed il governo di Pechino avvengono nelle remote montagne dell'altipiano del Qinghai-Tibet, in particolare quel che accade al ghiacciaio che dà vita alle sorgenti del fiume Yangtsé, che è arretrato in maniera considerevole dal 2004.
Secondo Li Xiaodong, uno dei responsabili del Centro provinciale di telerilevamento, «Le tre sezioni del ghiacciaio si sono ridotte dai 197,75 km2, 702 km2 e 85,5 km2 nel 2004 a 173,75 km2, 635,73 km2 e 77,25 km2 nel 2009» |
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Il ghiacciaio si trova nella regione del monte Geladandong, nelle prefettura autonoma mongolo-tibetana dell'Haixi. Le vere sorgenti dello Yangtsé e del Fiume Giallo, i due più grandi fiumi della Cina, sono state "scoperte" solo nel 2008. Contrariamente a quanto si pensava lo Yangtsé (6.300 km) prende vita dal fiume Damqu e non dal Tuotuo, e il Damqu è più lungo e nasce da un ghiacciaio più elevato e con un bacino idrico più vasto.
La ricerca delle sorgenti di Yangtsé, Fiume Giallo e Lancang (cioè il nome cinese del Mekong) ha rivelato che i tre grandi fiumi prendono vita da fiumi minori (diversi da quelli che si pensava) che scendono dai ghiacciai tibetani che sono quindi vitali per il rifornimento di acqua potabile per centinaia di milioni di abitanti in Cina, Birmania, Thailandia, Cambogia e Vietnam e per l'agricoltura Cinese e del sud-est asiatico.
Ad agosto in Cina aveva sollevato grande preoccupazione l'accelerata scomparsa di un ghiacciaio che attira frotte di turisti, quello dell'Yulong Xueshan (Il Monte Innevato del Dragone di Giada - nella foto), situato a 35 km dalla città di Lijiang, nella provincia meridionale dello Yunnan, dove negli ultimi anni i segni del global warming al lavoro sono visibili addirittura in diretta, mentre si producono. (greenreport.it) |
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