L'Artemisia annua ci salverà dalla malaria & co.

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Venerdì, 5 Febbraio 2010

 

I progressi in agricoltura possono portare benefici alla medicina? Sembra di sì, almeno secondo una ricerca pubblicata su Science. Alcuni ricercatori coordinati da Ian Graham dell’università di York (Gran Bretagna) hanno mappato i geni di una pianta chiamata Artemisia annua. Da questa pianta si estrae il componente essenziale di un farmaco efficace contro la malaria, l’artemisina. La mappatura del genoma è stata fatta per permettere la selezione di varietà di Artemisia che abbiano un alto rendimento. Lo studio potrebbe quindi rendere la coltivazione di queste piante più conveniente per i contadini. Una bella notizia per chi si occupa di malaria. L’artemisina oggi è infatti l’antimalarico di prima linea in quasi tutti i paesi in cui la malattia è endemica e le scorte potrebbero presto finire. Chris Drakeley, direttore del centro che si occupa di malaria alla London school of Hygiene and Tropical Medicine, ha commentato: «Qualsiasi cosa permetta di aumentare la produzione di Artemisia annua è un bel passo in avanti». Un problema fondamentale nella cura della malaria è il crescente aumento delle resistenze sviluppate dal parassita nei confronti dei farmaci. Il 50% dei malati africani, ad esempio, non risponde più alla clorochina. Recentemente si è scoperta l’artemisina estratta dall’Artemisia annua utilizzata in Cina da più di 2000 anni. Le terapie di combinazione che utilizzano artemisina sono considerate al momento la soluzione migliore al problema delle resistenze: finora non si è osservata nessuna resistenza a questa sostanza. Gli autori della ricerca sperano che grazie al loro studio si possa aumentare la resa e creare varietà più robuste di Artemisia in modo da far crescere la disponibilità del farmaco nel giro di tre anni. Un risultato che potrebbe salvare centinaia di migliaia di vite umane.

STRATEGIE DI CONTROLLO La malaria infatti uccide ogni anno circa due milioni di persone nel mondo. Secondo un rapporto pubblicato solo un mese fa dall’Oms, la metà della popolazione mondiale è a rischio di contrarre la malattia. Negli ultimi anni c’è stato un incremento dei fondi per combattere la malaria che sono passati da poco oltre i 700 milioni di dollari nel 2006 a 1 miliardo e 700 milioni di dollari nel 2009. Questo ha permesso di mettere in atto strategie di controllo della malattia in zone del mondo prima dimenticate. Tuttavia, siamo ancora molto lontani dai 5 miliardi di euro che, secondo l’Oms, sarebbero necessari ogni anno per assicurare il massimo impatto di queste strategie. Anche le terapie a base di artemisina si sono diffuse, ma ancora nei paesi africani solo il 15% dei bambini affetti da malaria hanno accesso a queste cure. Inoltre, c’è il problema dei farmaci falsi. Alcuni trattamenti in vendita hanno mostrato di essere o completamente privi del principio attivo o di presentare una qualità scadente. Il rischio è non solo che non curino, ma che facciano aumentare le resistenze al farmaco. (Cristiana Pulcinelli)

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