"Spostare il G8 all'Aquila aveva un obiettivo: far toccare con mano ai grandi della Terra la sofferenza di chi è stato colpito da un terremoto e fargli capire come gestire un'emergenza: un'esperienza che però non è servita". Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, torna a criticare la gestione da parte della comunità internazionale, del terremoto ad Haiti, dopo le polemiche suscitate dalle sue parole nei confronti dell'intervento americano e della comunità internazionale. "Cullavo un sogno - dice da La Maddalena dove con i giornalisti sta facendo un sopralluogo nelle strutture realizzate per il G8 che poi si è svolto all'Aquila - speravo che i grandi del mondo, vedendo quello che è successo con il terremoto dell'Aquila toccassero con mano la sofferenza e l'impatto che il terremoto ha sulla gente. Cullavo l'illusione che capissero cosa si deve fare quando c'é da gestire un terremoto". E invece, prosegue il capo della Protezione Civile, "oggi mi rendo conto che ciò non è servito e il sogno cullato non si è realizzato. Quello che sta accadendo a molti chilometri dall'Aquila, come ripetono anche oggi giornali nazionali e internazionali, lo dimostra". Bertolaso ha poi ribadito che da parte sua "non c'é mai stata nessuna polemica su Haiti". "Io ho espresso un parere da tecnico - ha detto - non contro un sistema e un intervento di un Paese, ma di una comunità internazionale che ha tutti i mezzi per intervenire e non è stata capace, nell'emergenza e dopo, di farlo".
PS:
Se i grandi della Terra non hanno capito la gestione
di un terremoto a causa del quale ancora non si
conosce e probabilmente mai si conoscerà il numero
esatto dei morti (300.000?) ma per il quale
sicuramente milioni di persone sono attualmente senza
un tetto, la Protezione Civile Italiana, con a capo il futuro Ministro Dott. Bertolaso, durante le fasi precedenti al terremoto dell'Aquila ha ampiamente dimostrato la mancanza di precauzione
e ascolto in relazione a quelli che sono stati i palesi segnali di un'evidente
e significativa attività sismica prolungata nel territorio
abruzzese.
Tutti abbiamo sempre qualcosa da imparare e non mi sembra sia il caso,
in questo caso, che qualcuno si erga a ruolo di
saggio illuminato. In fondo tutti noi cosa abbiamo imparato
e cosa ricordiamo del terremoto dell'Indonesia del 2004
oppure in merito a quello di Sumatra del 2005? Ben
altre dimensioni e devastazioni che quelle del sisma
de L'Aquila, con tutto il rispetto di coloro che a
L'Aquila hanno perso la vita o gli affetti più cari.
Della "Casa dello
studente" ricordiamo ancora qualcosa o nella nostra
memoria trova solo posto l'immagine della cupola
della chiesa delle "Anime Sante"?
Siamo anche noi
italiani ad aver ancora tanto da imparare prima
d'insegnare qualcosa agli altri. Gli altri,
disgraziati come noi. (Riego Gambini)
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