Non pensiamo che in questo ultimo anno si siano fatti molti passi avanti verso la scienza della sostenibilità, che è il titolo della nostra rubrica affidata a Gianfranco Bologna, e che nonostante tutto anche oggi dimostra che lo spazio per rimettere sul binario giusto la locomotiva c'è ancora. Ma se i pochi passi fatti sembrano ai più quasi un arretramento, questo è il frutto della miopia politica abilmente manovrata dalla finanza, che ha saputo mescolare fraudolentemente cause ed effetti per tornare al punto dove eravamo nel 2007 prima del deflagrare delle crisi: un modello economico sovrastato dalla finanza e improntato alla crescita senza se e senza ma, inevitabilmente prodigo anche di sempre più profonde diseguaglianze sociali.
Anche oggi economisti, intellettuali, scienziati e premi nobel tracciano sui vari giornali un panorama devastante di questo 2010 (spingendosi anche su vedute più ampie e indagando dunque l'ultimo decennio). Di positivo c'è forse allora da segnalare come le voci della sostenibilità - magari affrante dai tiepidi risultati dei vertici sul clima, sfiancate dai continui blitz di negazionisti evidentemente ben coperti dal punto di vista finanziario, semi ignorati da chi avrebbe il compito di governare nell'interesse pubblico delle generazioni attuali e future - non si siano affatto stancate di ricordare le verità scientifiche.
Tra queste voci ci mettiamo anche il nostro giornale, che oggi chiude il suo primo lustro e che nel 2010 ha saputo resistere tra mille difficoltà e senza alcun aiuto da parte dello Stato (almeno lo stillicidio di tensioni legate ai fondi per l'editoria contenuti nel milleproroghe non ci riguarda direttamente). Abbiamo resistito grazie ai nostri partner storici e a quelli nuovi che garantendoci l'autonomia, hanno riconfermato ancora una volta l'importanza di avere un'informazione ambientale di qualità, con un punto di vista ben preciso: quello dell'ambientalismo scientifico che fa perno sulla sostenibilità.
Nel 2011, però - che a livello internazionale sarà l'anno dedicato alle foreste - sappiamo già che non basterà resistere. E il cantiere di greenreport è già in movimento: importanti sinergie con grandi gruppi editoriali nazionali sono in fase di lancio e premiano il lavoro svolto in questi cinque anni dove per la verità gli applausi non sono mai mancati. Ma non esistono pasti gratis, e nemmeno giornali. (Diego Barsotti - greenreport.it)
PS: non dimenticate mai però il limite di una scienza troppo scientista: la misura e gli strumenti di misura. Per cui, noi comuni mortali, cerchiamo di non dimenticare troppo spesso la sempre preziosa risorsa che è il semplice buon senso.(RG)
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