Mancava il mangime e così un allevamento di polli a Kursk, nella Russia centrale, ha deciso di sopprimere gran parte degli animali. A cominciare dai pulcini. Ma per farlo è ricorso a metodi brutali: oltre un milione di piccoli sono stati sterminati, affogati nell’acqua gelata o sepolti vivi. E altri 40 mila polletti rischiano di essere soppressi, subendo lo stesso destino: non hanno cibo da quattro giorni e non ci sarebbe possibilità di salvarli. L’aggiacciante vicenda, avvenuta la scorsa settimana, è stata ripresa in un video shock rimbalzato su internet.
E ha fatto scendere in campo anche rappresentanti del Senato russo con l’intervento del capo del Comitato per la politica sociale, Valentina Petrenko, che ha annunciato di aver inviato un «appello al Procuratore generale, condannando l’episodio. Un video shoccante - ha detto, secondo quanto riportano le agenzie russe - che non riesco a togliermi dagli occhi». «La Procura deve chiarire perché i polli sono stati eliminati così barbaramente e perché si è ricorsi ad una misura così atroce», ha aggiunto la Petrenko
Nel video si vedono le operaie dell’allevamento che, tra le lacrime, riempono barili con centinaia e centinaia di pulcini per poi ricoprirli di acqua gelata, mentre gli esemplari poco più grandi di età vengono sepolti vivi e schiacchiati da ruspe. «Questa situazione - spiega un altro senatore, Sergei Lisovsky - è legata alla forte impennata dei prezzi dei mangimi, cresciuti di 2,5 volte e, contemporaneamente, alla caduta del prezzo all’ingrosso della carne di pollo. Tutti gli allevamenti sono in perdita», dice mentre la Russia continua a comprare i polli americani il cui prezzo negli ultimi due mesi è calato del 20%. Una spiegazione ”economica” che però non giustifica i brutali metodi di soppressione mostrati nel video.
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