«L'Italia si aspetti ondate di caldo destabilizzanti»

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Giovedì, 9 Dicembre 2010

 

CANCUN (Messico) – Michel Jarraud è sommerso da diagrammi e tabelle. È il capo dei metereologi del mondo, segretario generale dell’organizzazione mondiale dell’Onu in materia (Wmo). Qui alla conferenza sul clima di Cancun ha già lanciato l’allarme: «Il 2010 rischia di essere l’anno più caldo della storia», ha detto intendendo con questo l’anno più caldo a partire dal 1850, da quando, cioè, nel mondo si è cominciato a misurare il clima con i crismi dell’ufficialità. Ma a scrutare con lui le sue tabelle si capisce che il peggio deve ancora arrivare.

CALDO BOLLENTE - Jarraud ci parla di ghiacciai che, se continua così, diventeranno soltanto acqua dopo il 2050. Ci ricorda la scorsa estate eccezionale in Russia, 33 giorni consecutivi con temperature di 7,6 gradi sopra la media. Incendi. Malori. Panico. Il segretario generale del Wmo guarda i suoi diagrammi e diventa serio: «Questo è lo stesso destino che attende i Paesi del Mediterraneo. L’Italia. Il vostro Paese si deve aspettare estati bollenti, ondate di caldo destabilizzanti».

FLUTTUAZIONE - Non importa cercare di opporre a Jarraud le piogge incessanti che stanno caratterizzando, ad esempio, quest’autunno italiano. «Questi sono fenomeni di fluttuazione», taglia corto, mostrando una tabella dove si vede che dal 1850 la temperatura del mondo non ha fatto altro che continuare ad aumentare, anche se in mezzo ci sono state, appunto, svariate fluttuazioni. Dati alla mano: l’ultimo decennio, il 2001-2010, ha fatto registrare un aumento medio della temperatura di oltre mezzo grado, a partire dal 1961-1989, con un’accelerazione nella storia della temperatura. E questo perché? L’inquinamento, è ovvio.

EFFETTO SERRA - Le emissioni di CO2, ma anche il metano (CH4). Che creano l’effetto serra. Che portano al surriscaldamento della Terra. Lo sappiamo. Eppure i Paesi del mondo fanno una gran fatica a mettersi d’accordo per fare sforzi comuni, abbattere le emissioni e contenere così l’aumento di temperatura. «E dire che per una mutazione di era geologica bastano pochi gradi di temperatura», dice Michele Jarraud. E spiega: «Ci sono voluti soltanto 6 gradi di differenza per passare dall’era glaciale ai giorni nostri». (Alessandra Arachi - corriere.it)

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