La concentrazione di polveri sottili (Pm10) e il traffico ancora troppo elevato fanno soffrire le citta' italiane. Anche se diminuiscono le emissioni di gas serra, migliora il parco veicoli meno inquinanti e aumenta l'utilizzo del trasporto pubblico. E a causa dell'urbanizzazione le citta' italiane perdono oltre 1.500 ettari di suolo naturale ogni anno. Questo lo stato dell'arte dei grandi centri italiani dal punto di vista ambientale cosi' come descritto dalla VI edizione del Rapporto sulla qualita' dell'ambiente urbano presentato oggi a Roma dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Il rapporto prende in considerazione 34 citta' capoluogo: in molte il numero di autovetture immatricolate, tra il 2007 e il 2008, e' rimasto pressoche' invariato per un totale di 7.508.000 (piu' 0,5%). Si supera ancora la soglia delle 500 auto ogni 1.000 abitanti: in questa classifica Roma e' al primo posto con 706 auto ogni 1.000 abitanti, seguita - tra le grandi citta' - da Torino con 628 e Palermo con 599. Alta densita' di auto anche in citta' medio-piccole come Potenza (703), Catania (702) e Perugia (686). Il parco veicolare e' pero' migliorato con una maggiore presenza di automobili Euro 4, con punte del 49,1% in piu' a Brescia, del 25,9% a Torino e del 23,3% a Milano. E le auto a metano o Gpl superano ormai in alcuni centri il 10% del totale, mentre i vecchi e piu' inquinanti veicoli sono in calo, per esempio a Torino dell'81% tra il 2000 e il 2008. Nonostante siano scese le emissioni di tutti gli inquinanti, spiega il rapporto, resta alta la concentrazione in aria di quelli piu' pericolosi per l'uomo, in particolare PM10 e PM2,5, soprattutto nell'area padana. I centri dove non si sono mai oltrepassati i limiti delle polveri sottili sono stati Aosta, Bolzano, Trieste, Genova, Perugia, Potenza, Cagliari. Il trasporto pubblico ha visto un incremento dell'utilizzo in parecchie citta': il miglior risultato lo ha avuto Campobasso con un aumento del 36%, segue Messina col 34%, Taranto e Venezia (32%), Roma (22%) e Firenze (20%). Aumentano le piste ciclabili, ormai oltre i 500 metri per abitante a Brescia, Padova e Modena, e cresce la presenza di aree pedonali e zone a traffico limitato (ZTL). Oltre alla perdita di natura per far spazio al cemento, anche i fenomeni alluvionali espongono a rischi soprattutto Bari, Firenze, Genova, Livorno e Padova, con una percentuale di area urbanizzata con criticita' idraulica superiore al 10%. Il rapporto - dichiara il sub-commissario dell'Ispra, Stefano Laporta, - si conferma ''un prodotto dell'intero sistema delle Agenzie ambientali condiviso anche con Anci e con la collaborazione dell'Istat'' permettendo ''di intraprendere un dialogo efficace con le citta' sui temi ambientali''.
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