NAPOLI -- "Il Vesuvio è il più grande problema di protezione civile che abbiamo". Lo ha detto il responsabile Guido Bertolaso che, dopo l'eruzione del vulcano islandese che ha paralizzato i voli di mezza Europa, ora intravede grossi rischi anche dai vulcani italiani. Da quelli partenopei in particolare.
Il Vesuvio è in «fase di quiescenza», dicono i vulcanologi. Dorme dalla fine di marzo del 1944, quando fontane di lava altissime e piogge di cenere uccisero 26 persone. Niente a confronto dell’immane distruzione di Ercolano e Pompei dell’anno 79 ma, secondo gli esperti, in base ai cicli abituali, la ripresa dell’attività appare in forte ritardo.
Ecco perché bisogna stare allerta. Se il vulcano dovesse risvegliarsi, anche Napoli stavolta verrebbe interessata dall’eruzione. Una parte del capoluogo partenopeo rientra nella zona a rischio, e il nuovo piano di evacuazione riguarderebbe almeno un milione di cittadini. Quasi il doppio di oggi.
Da qualche settimana, i migliori scienziati dell’Osservatorio vesuviano dell’Università Federico II di Napoli e il presidente della Commissione grandi rischi Franco Barberi sono al lavoro per studiare i possibili scenari e aggiornare i piani di emergenza.
"Nella fascia rossa attualmente si contano 18 comuni, abitati da 500mila cittadini, in realtà da 650-700 mila persone - ha detto Bertolaso -. L’esplosione del vulcano provocherebbe una colonna di fumo e lapilli alta fino a 20 chilometri e la caduta di cenere interesserebbe un’area compresa tra Salerno e i confini del Lazio".
Per fortuna l'eruzione sarà anticipata da segnali inequivocabili: "Terremoti con conseguenze paragonabili a ciò che è accaduto all’Aquila e per evacuare le persone ci sarebbe al massimo una settimana di tempo, più probabilmente appena 3-4 giorni" ha detto Bertolaso.
Ma i rischi per la Campania non sono finiti. "Se dovessi dire potenzialmente qual è oggi in Italia il vulcano con il colpo in canna - ha concluso Bertolaso - direi che non è il Vesuvio ma l’isola di Ischia. L’ultima eruzione del monte Epomeo risale al 1300 e in questi secoli il cono è cresciuto di 800 metri. Si sta caricando la camera magmatica". (scienze.tv)
PS: e quello sommerso a 150 Km dalle coste campane (quindi probabilmente "collegato" al ben più noto Vesuvio) non lo preoccupa affatto? (RG)
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