Punteruolo rosso, il "metodo piceno" si mette in mostra

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Martedì, 13 Aprile 2010

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - "Lotta al punteruolo rosso, una sfida da vincere insieme": questo il titolo del convegno organizzato da Comune e Confindustria Ascoli e che si terrà venerdì 16 aprile dalle 9 fino al termine della mattinata presso l'Auditorium "Tebaldini" di viale De Gasperi.

A confronto esperienze di lotta al parassita killer delle palme, opinioni qualificate da parte del Servizio Fitosanitario regionale e della Università Politecnica delle Marche. E spazio anche per le esperienze di controllo del parassita in Campania e per una esposizione della biodiversità nella Riviera delle Palme a cura del professor Fabio Salbitano dell'università di Firenze.

«Mostreremo i nostri dati, le nostre percentuali di successo nella cura. Non abbiamo la soluzione al problema, ma un metodo integrato di forme di lotta», afferma Lanfranco Cameli, responsabile del verde pubblico per il Comune di San Benedetto.

L'approccio integrato presentato dall'agenzia pubblica Assam prevede la prima fase di potatura sferica e dendrochirurgia della palma infestata, poi un trattamento con prodotti chimici (vietati in luoghi pubblici, però, eccetto durante periodi di deroghe provvisorie e per specifici prodotti), o batteri come i nematodi. Una terza fase a distanza di 30, 60 e 180 giorni per verificare la guarigione della palma, proteggendo dal contagio le piante vicine.

Abbattimento versus cura, questa è la dicotomia principale. Se la legge statale con il decreto ministeriale di lotta obbligatoria al punteruolo rosso impone l'abbattimento della palma colpita come soluzione prioritaria per evitare contagi, la Regione Marche con una delibera di giunta (la 357 del 2009) ammette la possibilità di tentativi di risanamento della pianta colpita, seguendo un protocollo ben preciso che, sottolineano dall'Assam, mette al riparo dalle infestazioni le palme sane.

Dice Sandro Nardi dell'Assam: «L'approccio integrato è una peculiarità del nostro metodo di lotta. Usiamo contemporaneamente una serie di metodi che presi singolarmente non hanno efficacia. Il nostro gruppo di lavoro non usa però l'endoterapia e l'applicazione delle microonde, tuttora in fase di verifica di efficacia. Abbiamo avuto risultati interessanti dalla cattura massale, con trappole per le femmine che stanno per deporre le uova».

A domanda sul rischio contagio da parte delle palme in cura, Nardi assicura: «Anche senza usare gabbie fisiche, i nostri trattamenti tengono conto del rischio e si regolano di conseguenza».

Percentuali di successo? Nardi afferma che è presto per avere dati aggregati (l'infestazione in Riviera dura dal 2007, in altri posti è meno recente): «Con l'approccio di cura integrata abbiamo avuto una bassa quota di reinfestazioni, poi è logico che ogni metodo sperimentale ha caratteri di validità ma anche limiti».

COMUNE DI SAN BENEDETTO, CI SONO LE RISORSE? Un problema in più il punteruolo lo pone dal punto di vista delle risorse umane. Il Comune ha abbastanza giardinieri? Non sarebbe il caso di averne di più? Quanti soldi servono per contribuire alla lotta al punteruolo nei confronti dei cittadini proprietari di piante?

Risponde l'assessore all'Ambiente Paolo Canducci: «Nel nostro programma di mandato c'è un preciso impegno a potenziare il Servizio Parchi e Giardini, pur se nel 2006 il punteruolo ancora non ci aveva raggiunti. Nel 2009 sono stati assunti due giardinieri in più per sei mesi. Altre due unità sono passate a dodici mesi. A breve faremo un bando per assumere altre due persone in servizio per sei mesi. E d'estate, come al solito, attingiamo dalla graduatoria esistente per avere dalle quattro alle sei unità di personale. Per il monitoraggio delle palme malate abbiamo l'aiuto della Protezione Civile. Comunque, nei mesi scorsi abbiamo richiesto alla Regione un finanziamento di 600mila euro per la lotta al punteruolo nell'intera Riviera». (Oliver Panichi -sambenedettoggi.it)

 

PS: con tutto il rispetto mi preme sottolineare, per quelle che sono le mie conoscenze certamente non assolute, che attualmente non esiste un protocollo sufficientemente efficace che mette al riparo dalle infestazioni le piante sane, altrimenti in tutte le altre regioni italiane non sarebbe stata necessaria l'imposizione di abbattimento per gli esemplari chiaramente infestati. La delibera della Regione Marche in merito ai procedimenti alternativi all'abbattimento parla di "casi particolari" previsti dal servizio fitosanitario regionale. Sembra invece che i casi particolari, soprattutto sul territorio pubblico, stiano diventando una norma. Comunque per evitare di passare per colui "che vuole abbattere tutte le palme della riviera" - dato che ciò non corrisponde a verità - sarà certamente istruttivo per me ascoltare con attenzione i relatori del convegno e memorizzare il contenuto delle loro relazioni. Memorizzare per essere in grado poi di ricordare, perché ricordare, in certi casi, è di fondamentale importanza.

Per i cittadini più interessati: la delibera della Regione Marche (Riego Gambini)

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