ISLAMABAD - Il Pakistan flagellato dalle alluvioni non ha il tempo di piangere i suoi 1.660 morti e 20 milioni di sinistrati, deve fare i conti con la devastazione, ma anche con i dilaganti timori di un'epidemia di colera dopo il primo caso accertato nella valle dello Swat. Da solo però non ce la fa: ha bisogno dell'aiuto e dell'impegno della comunità internazionale. Subito, senza indugi.
E' accorato e fermo allo stesso tempo, l'appello del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che oggi, al suo arrivo ad Islamabad, ha assicurato che "il mondo intero è con il Pakistan in questi giorni difficili". Anche se i riflettori internazionali restano puntati sulla Cina dove ancora oggi - giornata di lutto nazionale - è aumentato il numero delle vittime delle inondazioni e degli smottamenti che la settimana scorsa hanno colpito il nord-ovest. I morti sono saliti a 1.248, mentre sono 496 le persone che mancano all'appello.
Il bilancio più pesante degli ultimi dieci anni, tenendo conto delle 701 vittime di alluvioni registrate dall'inizio del 2010. Prima di recarsi nell'area del Pakistan più devastata da quelle che sono state le peggiori inondazioni degli ultimi 80 anni - una superficie che gli esperti stimano grande quanto l'Italia - Ban Ki-moon ha incontrato il presidente e il primo ministro pachistani, Asif Ali Zardari e Yusuf Raza Gilani. Ad Islamabad viene considerato reale il rischio di una "seconda e terza ondata" di inondazioni che provocherebbero danni ancora più ingenti di quelli già registrati.
Sono una settantina i distretti danneggiati dalla violenza delle alluvioni e si contano 720.000 case rase al suole. Le prime stime parlano di 1,2 milioni di pachistani che hanno perso tutto. Fra l'altro centinaia di villaggi sono stati devastati e decine di migliaia di persone sfollate in Balucistan: lo ha riferito un responsabile della città di Jaffarabad definendo la situazione "spaventosa".
ALMENO 20 MILIONI DI SFOLLATI
- Secondo il primo ministro pachistano, Yusuf Raza Gilani, sono almeno 20 milioni le persone colpite e lasciate senza tetto dalle devastanti inondazioni che hanno colpito il suo Paese: una cifra ben superiore ai 14 milioni stimate dalle Nazioni Unite. La notizia, in rilievo sui media pachistani, e' riportata anche dal sito online della Bbc.
Gilani, che si e' rivolto alla nazione in occasione della 63.ma Festa nazionale dell' indipendenza, le cui celebrazioni sono state cancellate in conseguenza dell'emergenza, ha detto che i senzatetto sono 20 milioni, anche se non e' chiaro, scrive Bbc, quante persone che rientrano in questa stima siano stati solo temporaneamente costrette a lasciare la loro abitazione. Gilani ha detto che i soccorsi non hanno ancora raggiunto tutti, ma ha assicurato che il governo non sta lasciando ''nulla di intentato''.
''Non credo che il Pakistan sia stato abbandonato'', ha detto fra l'altro Gilani. ''Man mano che la gravita' della situazione e l'entita' dei danni di questa tragedia senza precedenti fanno il giro del mondo, la risposta (della comunita' internazionale) aumenta''. Secondo l'Onu, il cui segretario generale, Ban Ki-moon, e' atteso oggi in Pakistan, le inondazioni sono state le peggiori degli ultimi 80 anni, hanno avuto conseguenze su 14 milioni di persone e ne hanno ucciso almeno 1.600.
Il governo del Pakistan e la principale forza di opposizione, il Pml-N di Nawaz Sharif, hanno deciso oggi di unire i loro sforzi per soccorrere le popolazioni colpite accordandosi per la creazione di un organismo incaricato di raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione. Lo riferisce Geo Tv.
In una conferenza stampa ad Islamabad il premier pachistano Yusuf Raza Gilani e Sharif si sono detti scioccati per l'accaduto, esprimendo dolore per la sorte di 20 milioni di persone che in diversa misura sono stati danneggiati dalle alluvioni ed hanno perso tutto o parte dei loro beni. Gilani ha spiegato che la presenza sua e di Sharif e' determinata dal fatto che ''la calamita' richiede che i partiti politici vadano oltre le loro differenze per affrontare insieme il disastro''.
Per parte sua il leader della Lega musulmana del Pakistan -N ha annunciato che insieme al premier si rechera' in tutte le province del paese perche' ''e' necessario unire la nazione di fronte a simili tragedie''. ''Prima di tutto ce la dobbiamo fare con le nostre forze - ha concluso - perche' non vogliamo chiedere elemosine alla comunita' internazionale. Se qualcuno vorra' aiutarci, sara' il benvenuto, altrimenti ce la faremo anche da soli''. (ANSA)
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