Allarme inquinamento al porto

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Mercoledì, 30 Settembre 2009

 

San Benedetto del Tronto - Le ultime novità che arrivano dalla vasca di colmata non aiutano certo a smorzare le polemiche. Anzi. Il telo di protezione si è rotto e ieri mattina, tutte le operazioni, si sono svolte con la vasca aperta. Tonnellate di fango e liquami sono rimasti sotto il sole, a un'onda di distanza dal contatto col mare.

E la polemica si fa sempre più forte. Mentre continuano i lavori di deposito del fango proveniente da Senigallia, il comitato chiede con voce sempre più alta doverose spiegazioni, sia alla Regione che al Comune che non ha ancora dato una risposta alla richiesta di un consiglio comunale aperto sulla vicenda. "Non capiamo come stiano portando avanti tutta questa storia - sbotta Nazzareno Torquati, ex assessore ai tempi della giunta Perazzoli - sembra che non ci si renda conto di quello che sta succedendo". Intanto il fango è tornato a vedere la luce del sole. Non arrivano spiegazioni sulle cause che hanno portato alla rottura del telo. Probabilmente la lacerazione è avvenuta durante lo sversamento di altri liquami, improbabile che possa essere invece stata causata dalle condizioni meteorologiche, ma quello che è certo è che gli addetti ai lavori sono stati costretti a ritirare la protezione.

"Qui basta un'onda per portare la melma in mare - spiega Romualdo Fanesi che ieri mattina, per primo, ha lanciato l'allarme -. E il problema è che i lavori vanno avanti come se nulla fosse". Nel frattempo esce fuori che, in occasione della famosa conferenza di servizi che si era tenuta nel mese di maggio, erano stati stanziati ulteriori 400 mila euro proprio per la sicurezza ecologica.

Dall'Arpam, attraverso una pubblicazione ufficiale dell'ente, hanno infatti fatto sapere che "durante quella riunione erano state evidenziate tutte le possibili criticità, e predisposti tutti i provvedimenti (400 mila euro in più per la sicurezza, ndr) per evitare problemi relativi all'inquinamento ambientale". E sempre dall'agenzia regionale per la protezione ambientale viene precisato: "La vigente normativa regionale in materia di gestione dei sedimenti portuali (Dgr n. 255 del 23-2-2009) prevede che i materiali che presentano concentrazioni di inquinanti al di sotto dei valori limite fissati dalla legge possono essere refluiti all'interno di vasche di colmata o strutture di contenimento poste in ambito marino costiero, con impermeabilizzazione laterale e sul fondo, prevedendo anche il riutilizzo della superficie".

Intanto, sul fronte comunale, nulla sembra muoversi. Nei giorni scorsi il comitato capeggiato da Torquati aveva ufficialmente richiesto l'istituzione di un consiglio comunale aperto sulla vicenda: "Non abbiamo avuto alcuna risposta - spiega l'ex assessore alla pesca - dal Comune non giungono notizie".

Così, gli aggiornamenti, quelli del comitato, li cercano in capitaneria. Dopo la rottura del telo, ieri mattina, Romualdo Fanesi si è recato nella caserma sambenedettese per prendere contatti con il comandante Di Guardo dal quale dovrebbe ricevere delucidazioni sullo stato attuale della situazione. Nel frattempo però, la vasca, è aperta e tutti, a questo punto, sperano che nelle prossime ore non arrivino mareggiate che possano portare i liquami scaricati in mare. (Emidio Lattanzi - corriereadriatico.it)

PS:
non solo le mareggiate ma anche le piogge sono e saranno un serio problema, ancor più adesso che la nostra amata e tanto desiderata cassa di colmata è come una grande vasca da bagno (o se volete una piscina), piena però di materiale inquinato, a cui è stato tolto il tappo dello scarico. Riflettendo inoltre su ciò che in generale rappresenta una cassa di colmata a cielo aperto e a pochi passi dal centro abitato, mi preme sottolineare che in questa stagione ogni liquido che vi entra - via mare o via cielo - sarà destinato a rimanerci molto a lungo dato che l'effetto di evaporazione dei liquidi è sicuramente molto ridotto rispetto alla calda estate, per cui questo materiale, essendo anche a diretto contatto con l'aria e con la luce solare, diverrà quasi certamente, o forse lo è già (?), un "milieu" - terreno - estremamente favorevole alla formazione e alla proliferazione di micro e macrorganismi. Per non parlare dei venti che “generosamente” vi soffiano sopra, i quali però alla nostra latitudine e longitudine prediligono spesso direzioni che, in questo frangente, non possiamo considerare a noi propizi.

Tenendo conto che in una cassa di colmata la legge a quanto pare non ritiene necessarie analisi batteriologiche di alcun genere, sono motivato a ritenere che questa situazione in futuro, come in passato, non verrà né monitorata né considerata con la dovuta attenzione. Per cui non ci rimane che sperare nella buona provvidenza (!).

PPS: Qualcuno sa dire ufficialmente quando verrà chiuso e regalato ai posteri questo "sarcofago" ad orologeria? (Riego Gambini)

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