Ce lo ricordiamo ancora molto bene il caldo del mese di agosto che ci ha fatto sospirare a lungo i temporali arrivati solo all'inizio di settembre. Un po' a tutti sembrava che ci fosse qualcosa di anomalo. La conferma arriva ora dai ricercatori. Risulta infatti che la temperatura media del pianeta per il mese appena trascorso è stata seconda solo al 1998, mentre per l'intera estate astronomica (giugno-agosto) la temperatura media si pone al terzo posto (questo perché il mese di luglio ha visto una temperatura relativamente mite).
Ma un record c'è. E riguarda la temperatura degli oceani. Durante il mese di agosto, infatti, e per il periodo che va da giugno ad agosto, ha segnato il primato di ogni tempo, o meglio dal 1880, da quando cioè, si raccolgono dati in modo scientifico. Lo afferma il National Climatic Data Center del NOAA degli Stati Uniti. Durante il periodo che va da giugno a fine agosto infatti, le temperature della superficie degli oceani hanno segnato un valore di 16,9°C, ossia 0,6°C superiore alla media del secolo che risulta essere di 16,3°C.
Anche per le terre emerse, comunque, le temperature sono state ben superiori alle medie, producendo ondate di calore che dall'Australia hanno interessato l'Europa, parte del Medio Oriente, il nord-ovest dell'Africa e la parte meridionale del Sud America. Australia e Nuova Zelanda, in particolare, hanno registrato il più caldo agosto da quando registrano le temperature meteorologiche. Un record che vale per tutto l'emisfero meridionale del pianeta, terre emerse e acque oceaniche comprese.
Il riscaldamento globale delle acque del pianeta ha prodotto un effetto notevole sui ghiacci del Polo Nord, i quali, a fine agosto, sono scesi ben sotto la media calcolata tra il 1979 e il 2000 che segna un valore di 6,8 milioni di km quadrati di estensione, in quanto hanno toccato un valore minimo di 5,3 milioni di chilometri quadrati, il quale, seppur superiore alla massima riduzione segnata nel 2007 (con 4,5 milioni di chilometri quadrati), non dimostra certo una ripresa significativa della loro estensione.
Unica eccezione in questo mondo più caldo risulta l'estensione dei ghiacci antartici, quelli del Polo Sud, dove in agosto essi sono risultati del 2,7% superiori al periodo 1979-2000, un incremento che segue il trend di questi ultimi decenni.
Il riscaldamento generale potrebbe avere una duplice spiegazione. Da un lato vi è l'andamento generalizzato della crescita delle temperature in relazione all'incremento dell'effetto serra, dall'altro l'arrivo di un nuovo episodio di El Nino, una situazione di per sé naturale di aumento della temperatura di una gran parte dell'Oceano Pacifico, che può avere ripercussioni su tutto il pianeta.
El Nino è un fenomeno ciclico che si ripresenta ad intervalli che vanno da 2 a 7 anni. Quando si manifestò con violenza negli anni 1997-98 la sua azione, combinata con quella del riscaldamento globale, fecero del 1998 l'anno più caldo del secolo, al punto da causare le peggiori siccità e i più aggressivi incendi forestali nel sud-est dell'Asia a memoria d'uomo.
Stando alle attuali proiezioni tuttavia, il nuovo evento non dovrebbe raggiungere un'intensità simile a quella degli anni Novanta; pur tuttavia potrebbe fare del 2010 un anno assai caldo. "Non è da escludere che il riscaldamento globale si faccia sentire molto di più che non negli ultimi anni, che sono stati leggermente più freddi rispetto alle punte massime avute tra la fine degli anni Novanta e l'inizio del nuovo secolo", ha detto Chris Folland del Met Office Hadley Centre for Climate Prediction and Research.
Ma a chi piacciono le previsioni a lungo termine va ricordato anche che alcuni climatologi prevedono comunque un raffreddamento possibile del pianeta, in seguito alla mancanza di macchie solari che si sta prolungando in modo anomalo. (repubblica.it)
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