Via libera al primo parco eolico offshore italiano

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Martedì, 15 Settembre 2009

 

Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo prima di partire per la missione in Cina dove ha stretto oggi un accordo per la cattura e stoccaggio della Co2 con il collega cinese e l'Enel (vedi altro articolo di greenreport) ha firmato ben nove decreti su altrettanti pareri di Via (Valutazione d'impatto ambientale) sempre riguardo ad opere della sfera energetica. Definite «strategiche per lo sviluppo economico e ambientale del nostro paese» in una nota emessa dal ministero.

Uno dei decreti Via riguarda la realizzazione del primo impianto eolico offshore d'Italia, di fronte alla costa di Termoli, su progetto proposto dalla Società Effeventi per 162 Mw di potenza e fortemente osteggiato dall'ex ministro Antonio Di Pietro e dallo stesso sindaco della città molisana, Vincenzo Greco.

Dopo una serie di ricorsi, cambio di governo, e approvazione del progetto da parte dell'attuale ministro dell'Ambiente, è stato stabilito che il parco eolico si farà attraverso un apposito decreto dove si specifica che ad avere competenza sul tratto di mare interessato è lo Stato: adesso il parere favorevole della commissione Via, trasformato in decreto, aprirà la strada definitiva alla prima esperienza di eolico off-shore nel nostro paese, che sorgerà a circa 3 miglia marine dalla costa, con 54 torri alte 74 metri e che dovrebbe rifornire di energia 120mila famiglie.

Secondo la nota del ministero Ambiente saranno significativi i benefici ambientali che comporterà la realizzazione di questo parco eolico che vengono quantificati nell'evitata emissione: «di circa 420.000 tonnellate di anidride carbonica, di 600 tonnellate di anidride solforosa, 800 di ossidi di azoto, 43 di polveri, risparmiando inoltre il consumo di circa 90.000 tonnellate equivalenti di petrolio».

Non altrettanto positivi saranno invece gli effetti che riguardano gli altri progetti per cui è stato firmato il decreto Via. Si tratta infatti di permessi per la ricerca di idrocarburi nel mare italiano finalizzati a valorizzare le risorse energetiche nazionali (progetto Northem petrolium), la centrale termoelettrica di Brindisi Nord (Edipower), quella di Falconara (Api Nova Energia), la raffineria di Cremona (Raffinazione Tamoil) e la centrale termoelettrica di Taranto nella raffineria Eni (progetto Enipower).

In questo caso il ministero ricorda infatti l'entità complessiva degli investimenti, che sarà pari a circa due miliardi e trecento milioni di euro e quella relativa all'occupazione, segnalando che «il personale impiegato nelle opere di cantierizzazione potrà raggiungere le 3.000 unità, mentre l'incremento di organico per il funzionamento a regime sarà di oltre 300 unità».

Occupazione che potrebbe ampiamente essere ottenuta, e in maniera anche più stabile, se si ricorresse ad investimenti sulla produzione e manutenzione di tecnologie rinnovabili, come suggerisce anche l'ultimo rapporto di Greenpeace Working for the climate: green job (r)evolution (greenreport.it)

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