San Benedetto del Tronto - “E’ tutto in regola. Le analisi le ha fatte l’Arpam”. Settimio Capriotti torna ad intervenire sulle polemiche per il materiale depositato nella vasca di colmata e ribadisce che si tratta del primo passo per il terzo braccio del porto.
“E’ stata realizzata dal genio civile opere marittime di Ancona e viene utilizzata dal genio civile stesso - afferma l’assessore alle politiche del mare -. Quando abbiamo fatto l’ultimo escavo della sabbia dall'imboccatura del porto, nel 2008, nella vasca è finito il materiale non compatibile con il ripascimento. Il materiale non era compatibile proprio perché ricco di “limo”, cioè materiale non sabbioso, ma argilloso”.
Capriotti fa quindi delle precisazioni sul materiale proveniente da Senigallia: “Quando è stato deciso l’escavo del porto di Senigallia - spiega - il Genio Civile ha ritenuto di utilizzare la vasca di colmata di San Benedetto per conferirvi il materiale. A tal fine è stata indetta una conferenza dei servizi presso la Regione Marche, alla quale erano presenti la Regione stessa, il Comune di Senigallia, il Comune di San Benedetto, la capitaneria di porto di San Benedetto, la capitaneria di Senigallia, l’Arpam, il genio civile di Ancona. Durante questa riunione sono state evidenziate tutte le possibili criticità, e predisposti tutti i provvedimenti per evitare problemi relativi all’inquinamento ambientale.
L’Arpam, naturalmente, non ha atteso i riscontri “scientifici” di privati cittadini che oggi polemizzano, ma ha analizzato con propri uomini e mezzi le sabbie prelevate a Senigallia, dichiarandole materiale compatibile al conferimento nella cassa di colmata, e non “rifiuto speciale”.
L’assessore precisa inoltre che la superficie della cassa, quando sarà piena di materiali sabbiosi, verrà coperta con del materiale di cava e poi solidificata.
“Questo, secondo i progetti del genio civile - aggiunge Settimio Capriotti - e non su mie idee o proposte, corrisponde all’inizio della costruzione della banchina del terzo braccio del porto di San Benedetto”.
PS:
Sono sicuro che il Sig. Capriotti sta svolgendo
egregiamente il suo lavoro però c'è da chiedersi il
perché San Benedetto del Tronto sia così felice di
ricevere questo materiale certamente inquinato.
Inquinato entro il limite consentito perché basta abbassare
ufficialmente i valori delle soglie di sicurezza per definire o non definire una materiale "rifiuto speciale" (Leggi articolo).
Un esempio?
L'Environmental
Protection Agency (Epa), l'ente americano che vigila
sulle contaminazioni ambientali
dice che
il limite di mercurio
da non superare nel sangue di un pesce è pari a 0,5
milligrammi per chilo, mentre per l'Unione europea e
per l'Oms nel tonno, palamita, pesce spada,
anguilla, branzino, scorfano e luccio è tollerato
anche 1 milligrammo al chilo. Sapete quanti pesci in
più vengono venduti e consumati in Europa grazie a
questo differente valore? Per non parlare del
Giappone in cui la situazione è ancor più
vergognosa.
Comunque per quel
che riguarda la "nostra" cassa di colmata
una cosa è però certa: non si tratta di materiali
sabbiosi generici, lo si capisce chiaramente anche
dalla foto nel nostro articolo di ieri, bensì di fanghi di drenaggio
che arrivano dal fondale del porto di Senigallia.
Per il momento "il
sarcofago" è ancora aperto e fino a che non verrà
sigillato il suo contenuto è in balia degli eventi
atmosferici. Sapete quanto è caldo quel materiale in
questo momento e quale intensità e direzione ha il
vento che vi soffia sopra?
Meditate gente,
meditate... (Riego Gambini)
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