Questa non è una cassa di colmata bensì una cassa da
colmare.
Il Parco Marino del Piceno può attendere !!!
20 gennaio 2008 - Marco Travaglio - Fonte: L'Espresso
Stoccare i sedimenti inquinanti in casse marine. È tutto scritto in un 'Decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare', che paradossalmente è il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio che alza anche i limiti consentiti per le sostanze pericolose.
"Che idea: creare decine di discariche a cielo aperto con vista mare, anzi sul mare. E riempirle di fanghi industriali, liquami tossici e veleni vari dragati dalle aree industriali e portuali più devastate d'Italia. Con quantitativi di metalli, pcb e idrocarburi contaminati anche 100 mila volte superiori ai limiti europei che rischiano di inquinare ancor di più i nostri mari.
È tutto scritto in un 'Decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare', che paradossalmente è il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, approvato in dicembre dalla Conferenza Stato-Regioni e in attesa del parere del Consiglio di Stato prima di entrare in vigore.
Un decreto che sta mettendo in allarme gli esperti di molte regioni, le associazioni ambientaliste a partire da Legambiente, nonché alcuni tecnici del ministero che hanno avvertito il governo dei pericoli contenuti nel provvedimento. Finora, invano. Il decreto "disciplina le operazioni di dragaggio nei siti di bonifica di interesse nazionale". Una danza macabra di tecnicismi, cifre, rimandi a leggi, regolamenti, codicilli da perderci la testa. Cerchiamo di districarci con l'aiuto di una tabella.
In Italia la gestione dei sedimenti portuali non è mai stata risolta una volta per tutte. Ogni anno si dragano milioni di metri cubi di materiali sott'acqua per garantire l'operatività dei porti. Dopodiché non si sa che fare dei fanghi, spesso altamente inquinati e inquinanti. Il problema è particolarmente drammatico nei 50 siti classificati "di interesse nazionale", dove i sedimenti marini sono troppo contaminati e necessitano di speciali cautele. Tra i più a rischio, quelli di Bagnoli, Priolo, Gela, Livorno, Piombino, Mestre. Decine di bombe ecologiche a orologeria. È per disinnescarle che nasce, con molto ritardo, il decreto del governo. Che però, secondo molti esperti, non rispetta le linee guida emesse dagli istituti tecnici e dallo stesso ministero: il 'Quaderno Icram'(Istituto centrale ricerca applicata al mare) del 2002 e il 'Manuale Ministero-Icram-Apat' (Agenzia protezione ambiente e servizi tecnici) del 2007, adottati come base per ogni futura legge da una recente risoluzione della commissione Ambiente della Camera (vedi tabella LCLimite).
In pratica il decreto fa di tutt'erba, anzi erbaccia, un fascio. In un'unica soluzione, prevede lo stoccaggio di tutti i sedimenti contaminati in grandi 'casse di colmata' sul mare: grandi vasche costiere protette da sbarramenti, impermeabilizzate da teli di plastica e destinate a diventare in futuro suoli utilizzabili per scopi portuali. Di fatto, discariche marine a cielo aperto. Oggi possono ospitare materiali con basse concentrazioni inquinanti, come quelle fissate dal 'protocollo di Venezia' del 1993 per la gestione dei sedimenti dragati dai canali della Laguna. Il protocollo prevede diversi utilizzi dei fanghi a seconda del grado di contaminazione: se i valori sono tollerabili, possono essere travasati nelle vasche a contatto col mare; se superano i massimi consentiti, vanno prima trattati per ridurne la pericolosità e poi collocati in siti lontani da mare. Altri limiti fissa la legge sulle bonifiche dei suoli industriali e urbani (decreto n. 152/2006). E finora nelle 'casse di colmata' finivano fanghi al di sotto dei valori di contaminazione per i suoli industriali (addirittura ridotti del 10 per cento per cautela).
Che cosa cambia col nuovo decreto? Si innalzano i valori-limite di centinaia di volte, con rischi altissimi per l'ambiente. Le discariche marine, infatti, non sono affatto sicure: il pericolo di versamenti o sgocciolamenti di percolato è sempre in agguato. I dati confrontati in tabella sono emblematici. Due esempi. Secondo il decreto 152/2006 le casse di colmata potevano ospitare non più di 4,5 milligrammi di mercurio per chilogrammo; col decreto, fino a 1000 (oltre 200 volte di più). Peggio ancora per i pesticidi, il cui livello massimo passerebbe da 0,1 a 10.000 mg/kg (100 mila volte di più). Tant'è che, al ministero, qualcuno si domanda che senso abbia dragare, trasportare e riversare quei fanghi dai fondali alle vasche senza prima trattarli per renderli innocui, aumentando il rischio di dispersione di sostanze cancerogene (secondo l'Airc, Agenzia internazionale ricerca sul cancro) nell'ecosistema marino: cioè ai pesci e quindi alle nostre tavole. Tanto varrebbe lasciarli dove sono.
Il decreto va pure in controtendenza con le norme europee. La direttiva sulle acque di Bruxelles (n.60/2000) raccomanda di ridurre entro il 2020 le emissioni di sostanze 'prioritarie' (già esistenti in natura) ed eliminare le 'prioritarie pericolose' (derivanti dalla sintesi di materiali organici prodotti dall'uomo). E l'Italia che fa? Aumenta le une e le altre. Rischiando l'ennesima procedura d'infrazione e sforando gli stessi limiti fissati dal decreto italiano 367/2003 sui sedimenti marini. Le sostanze 'pericolose' e 'prioritarie pericolose' si annidano nei fanghi di dragaggio: muoverli e trasportarli significa disperderle aumentando l'inquinamento marino.
Cui prodest questa follia? Lo smaltimento dei rifiuti tossici, anche in
mare, è un business colossale. Sta per nascere,
anche su questo fronte, un'apposita Autorità per la
bonifica dei siti: un ente che, stando alle prime
indiscrezioni, sarebbe controllato da capitali
privati e gestirebbe i siti da bonificare e le
attività economiche collaterali. Il decreto poi,
stanziando soldi pubblici per le discariche marine,
è tutta manna per le aziende inquinanti, che
potranno gettarvi di tutto: una normativa più seria
le costringerebbe a un'azione di trattamento e
bonifica molto onerosa. Non solo: si parla di un
accordo delle regioni Toscana e Campania col
ministero per traghettare i fanghi del porto di
Bagnoli in quello di Piombino: per tre anni una
serie di navi 'bettoline' dragheranno i fondali del
porto campano, 'aspireranno' fanghi altamente
inquinanti grazie ai nuovi, altissimi limiti
consentiti e li depositeranno a centinaia di
chilometri, nella 'cassa di colmata' di Piombino
(dove già la Lucchini ha montagne di polveri
tossiche da smaltire). Il tutto al costo di decine
di milioni di euro, sottratti ai fondi destinati
alle 'energie rinnovabili'. Con questi fondi si
progetta pure di costruire qualche nuova strada ad
hoc. "E dire", scuote il capo un tecnico, "che
Pecoraro Scanio aveva persino cambiato nome al
'Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio', aggiungendo le parole 'e del Mare'.
Oltre al danno, la beffa".
La soglia dei veleni
PARAMETRI Valori indicati Livello Chimico Limite per la Limite materiali come obiettivo Limite (Manuale bonifica dei suoli pericolosi previsti per il 2015 ICRAM-APAT (D.Lgs. 156/06) dal decreto in (D.Lgs. 367/03-2007)
METALLI LCLimite Urbani Industriali
Arsenico 12 32 20 50 1000
Cadmio (1) 0,3 0,8 2 15 1000
Rame - 52 120 600 25000
Mercurio (1) 0,3 0,8 1 5 1000
Nichel (1) 30 75 120 500 10000
Zinco 30 170 150 1500 50000 - 100000
INQUINANTI ORGANICI
Organostannici (1) 0,01 0,07 - 350 2500
Policlorobifenili (2) 0 0,19 0 5 50
Pesticidi
DDD (2) 0 0,01 0,01 0,1 10000
DDE (2) 0 0 0,01 0,1 10000
DDT 0 0 0,01 0,1 1000
Clordano (2) - 0 0,01 0,1 10000
Dieldrin 0 0 0,01 0,1 1000
Lindano (1) 0 0 0,01 0,5 30000
Eptacloro epossido - 0 - - 10000
Somma degli ipa (1): 0,2 4 10 100 -
Benzoantracene (2) - 0,69 0,5 10 1000
Benzopirene (1) (2) 0,03 0,76 0,1 10 100
Crisene - 0,85 5 50 1000
Dibenzoantracene (2) - 0,14 0,1 10 100
Naftalene (1) (2) 0,04 0,39 - - 10000
Confronto tra le concentrazioni di inquinanti ammesse nei fanghi marini (alcuni parametri). I parametri con la nota (1) sono considerati dalla Direttiva Europea 'Sostanze Pericolose' per le quali porre obiettivi di riduzione nel tempo (es. riportato nella prima colonna all'anno 2015). I parametri con (2) sono sostanze considerate cancerogene. Tutti i valori sono riferiti alla medesima unità di misura: mg/kg peso secco
PS:
per cui, cari lettori, anche la cassa di colmata di
San Benedetto del Tronto rappresenta nei fatti un
concentramento assolutamente legalizzato di
materiale inquinante (definizione più volte
utilizzata nel febbraio 2008 dallo stesso Assessore
regionale Carrabs -
leggi l'articolo) nel caso specifico sono i
fanghi - non sabbia - di dragaggio del porto di
Senigallia, i quali, così smaltiti, verranno
infine "sigillati" per i posteri nel pieno rispetto
delle norme attualmente vigenti e con il tacito
consenso della cittadinanza tutta. (Delibera
regionale n.167 del 9 febbraio 2009)
Che
sia ben chiaro: Meteorivierapicena non la pensa così
e come suo solito invita i cittadini, gli
amministratori locali, i politici vicini e lontani a
più sagge considerazioni sul tema dello smaltimento
rifiuti... "lievemente" tossici e/o inquinanti. (Riego Gambini)
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