San Benedetto del Tronto - E' accaduto. Era prevedibile che accadesse. Dire “era stato predetto” non da la benché minima soddisfazione, anzi amplifica la sensazione di sconfitta per non aver fatto o detto abbastanza, non esser stato più incisivo o non aver offerto spunti di riflessione sufficientemente convincenti e persuasivi.
Dopo aver preso visione personalmente della situazione presso la cassa di colmata cittadina, senza la benché minima ombra di dubbio, dichiaro che l'azione del mare in burrasca ha generato e sta generando gravi tracimazioni dei materiali/sostanze altamente inquinati in essa contenuti. Non si tratta più di presupposizioni o preoccupazioni, espresse invece e comunicate nella giornata di ieri, ma di un evidente dato di fatto.
Nell'avviso inviato ieri, domenica 20 ottobre 2009,
sottolineavo con preoccupazione che a seguito di una personale verifica avevo costatato che all'interno della cassa di colmata il livello dei fanghi di dragaggio superava di alcune decine di centimetri il bordo superiore della massicciata di protezione, per cui il loro posizionamento non poteva essere più considerato sicuro, ancor più in previsione dell'arrivo della perturbazione meteo che oggi ha prepotentemente raggiunto le coste del medio Adriatico.
Troppo spesso nei giorni scorsi varie pubbliche affermazioni che ribadivano l'assoluta sicurezza e legalità dell'impianto in questione, si sono ben amalgamate con un illogico eccesso di presunzione
il quale non ha minimamente considerato invece la possibilità di un evento naturale, come una forte mareggiata, che come abbiamo visto ha fatto saltare inesorabilmente e ormai inevitabilmente i già carenti presupposti di sicurezza
della cassa di colmata ancora aperta.
Da un sopraluogo effettuato nel tardo pomeriggio di
oggi, pur non avendo potuto osservare da altra
angolazione l’effetto del potente moto ondoso marino
da Nord/Nord-Est che superava incessantemente la
massicciata di protezione, rafforzato inoltre dal
forte vento che in città ha raggiunto anche la
velocità di quasi 90 Km/h, ritengo e sostengo che
una gran quantità di materiale inquinato sia
“ritornato” in mare. Probabilmente il termine
tracimazione non è la definizione giusta dato che le
onde del mare, agevolate addirittura
dall’inclinazione della massicciata che in questo
modo non funge da vera protezione bensì più da
trampolino, raggiungevano la superficie della cassa
di colmata, a mio avviso stracolma, per poi
scivolare nuovamente in mare “arricchite” questa
volta di materiale inquinante raccolto lungo il
percorso.
Spero sinceramente che in
città si apra presto un serio e democratico confronto
pubblico nei riguardi anche di quelle tematiche verso le quali, un semplice cittadino come me, non ha
forse nemmeno più la possibilità di esprimere un parere senza incorrere
nel rischio di essere denunciato per “provocato allarme”.
Mi auguro che si torni presto al buon senso (di cui secondo me una cassa
di colmata non è proprio l'espressione massima) al dialogo
e al confronto costruttivo dato che, come ripeto da tempo e sostengo quotidianamente attraverso le informazioni riportate su Meteorivierapicena, saremo chiamati sempre più spesso a confrontarci con gravi situazioni d'emergenza, di varia natura, che potranno da noi essere affrontate con responsabilità solo se torneremo
tutti insieme a considerare e a seguire le leggi
naturali, universali, che regolano anche gli
equilibri di questo pianeta e delle forme di vita che lo abitano.
Le leggi scritte dagli umani... che vengano dopo.
Riego Gambini
Coordinatore responsabile (ex baritono, non meteorologo, non ambientalista)
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