Le 20 città del mondo più a rischio global warming

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Mercoledì, 7 Ottobre 2009

 

Il rapporto "Climate change and the future impacts of storm-surge disasters in developing countries" presentato dal Center for global development (Cgd), un think tank che si occuopa di cambiamenti climatici sviluppo, evidenzia quali saranno le popolazioni più esposte ai cambiamenti climatici e dà un bel colpo al nostro immaginario fatto di contadini ed isolani in fuga dalle loro terre e villaggi inariditi e/o affogati.

Secondo il Cgd l'innalzamento del livello del mare e le tempeste crescenti e violente colpiranno sempre di più le grandi nuove megalopoli del mondo in via di sviluppo (proprio come accaduto a Manila pochi giorni fa).

Il documento, basandosi sulla previsione dell'innalzamento del livello degli oceani di un metro, sull'aumento del 10% dell'intensità delle tempeste registrato negli ultimi 100 anni, e sulle stime di crescita della popolazione mondiale fatte dall'Onu, stila una lista delle 20 metropoli che saranno più colpite dagli effetti del cambiamento climatico.

In testa c'è proprio la disgraziata capitale delle Filippine, Manila, seguono: Alessandria d'Egitto; Lagos (Nigeria); Monrovia (Liberia) Karachi (Pakistan); Aden (Yemen); Jakarta (Indonesia); Port Said (Egitto); Khulna (Bangladesh); Kolkata (India); Bangkok (Thailandia); Abidjan, (Costa d'Avorio); Cotonou (Benin); Chittagong (Bangladesh) Ho Chi Minh (Vietnam) Yangon (Myanmar); Conakry (Guinea;) Luanda (Angola); Rio de Janeiro (Brasile); Dakar (Senagal).

Una mappa di città e Paesi che ricorrono spesso anche nelle cronache quotidiane di Greenreport, megalopoli vecchie, nuove e prossime (comunque in crescita inarrestabile) diventate ormai macchine urbane ingovernabili, pressate da tutti problemi delle città occidentali elevati all'ennesima potenza. Qui, nel cuore affollato dell'urbanizzazione e del mondo futuro, colpirà più duramente il global warming, scardinando ulteriormente un meccanismo urbano già debole.

«Cicloni, tempeste e mareggiate e popolazione in crescita - spiega il rapporto Cgd - possono collidere in caso di catastrofi di dimensioni senza precedenti. Le condizioni peggiorano, le variazioni della morfologia costiera amplificheranno gli effetti in alcune zone, mentre isolerà gran parte delle altre».

Il senior fellow della Cgd David Wheele aveva già descritto a fine settembre sul The New York Times gli effetti dell'innalzamento del livello del mare in 84 Paesi in via di sviluppo e in 577 città costiere con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti esposte ai cicloni. Il rapporto oggi fornisce la messe di dati sul quale si è basato Wheele.

«Combinando i dati scientifici e demografici più recenti - dice il rapporto - si è stima che il futuro impatto del cambiamento climatico sulle mareggiate che colpiscono le popolazioni costiere, le economie, e gli ecosistemi. Ci siamo concentrati sulla distribuzione accresciuta degli impatti, perché crediamo che una maggiore conoscenza delle loro probabili variazioni sarà utile per i pianificatori locali e nazionali, così come per i donatori internazionali. I nostri risultati suggeriscono l'ineguaglianza pesante dell'accresciuto impatto dei disastri futuri, con gli effetti più gravi limitata ad un ristretto numero di Paesi e di un piccolo gruppo di grandi città». (greenreport.it)

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