In riferimento alla comunicazione dell' assessore Capriotti sulla “cassa di colmata” , o meglio “discarica fanghi inquinati” , denunciamo le continue falsità nell' illustrare i fatti. I teloni non si sono spostati ma bensì hanno ceduto essendo venuti meno gli ancoraggi tant'è che sono stati sostituiti con dei teloni nuovi con una tecnica raccogliticcia, poggiano sui massi e sono tenuti fermi da blocchetti di calcestruzzo. Addirittura i teloni sostituiti non sono stati rimossi e smaltiti all' esterno ma lasciati nella vasca e coperti dai fanghi e di questo abbiamo una documentazione fotografica che alleghiamo. L' allarme viene suscitato da questi episodi che fanno denotare una approssimazione nell' esecuzione dei lavori ed una mancanza assoluta di controlli che non danno nessuna garanzia di impermeabilità per i prossimi cento anni e per evitare che i fanghi inquinati vengano sparsi nel bacino portuale come avviene ogni giorno nelle operazioni di carico/scarico delle imbarcazioni e a pochi metri dalle attività pescherecce e della presa a mare del mercato ittico . La notizia diramata dall' Arpam che non sono state fatte analisi batteriologiche e tossicologiche sui fanghi avrebbe fatto accapponare la pelle ad amministratori seri che immediatamente avrebbero fatto fare controanalisi per attestare la reale composizione che ci mettiamo dentro casa, invece nel nostro caso niente, solo reazioni rabbiose che sicuramente fanno presagire qualcosa di poco chiaro. E' insopportabile che questo assessore definisca con disprezzo i componenti il comitato quali “sedicenti amanti dell'ambiente” invece di essere contento, se è genuinamente democratico, che questi cittadini partecipino con attenzione a questa miserabile vicenda e che vogliono spiegazioni e maggiore attenzione. Questo comportamento, comune anche ad altri componenti dell' amministrazione Gaspari, denota una presunzione ed una arroganza tipica degli insicuri e di chi non si sente all' altezza della situazione ed hanno costretto il Comitato a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Di chi non pensa più al bene comune ma solo ed esclusivamente ai giochini di equilibrismo dei vari partiti per la spartizione di incarichi e poltrone e alle sante alleanze in vista delle prossime elezioni regionali.
Il Comitato, consapevole del fatto che ormai la discarica realizzata dalla Regione Marche, non può essere vuotata considerate le migliaia di tonnellate di fanghi inquinati ivi depositati, vuole mettere in atto ogni possibile azione affinché la stessa venga messa in sicurezza e con la totale garanzia che non possa tracimare e creare un inquinamento letale per l' ecosistema marino e per le attività economiche ad esse collegate.
Il Comitato si è fatto espressione di una parte consistente della cittadinanza che vuole sapere e contare nelle decisioni che vengono prese e non ha ulteriormente spinto l' azione di contestazione onde evitare gesta eclatanti su scala nazionale che avrebbero seriamente compromesso l' immagine della città e della riviera.
Pertanto siamo a ribadire la nostra richiesta di un Consiglio comunale aperto per discutere su questa vicenda alla presenza di tutti i protagonisti dai politici ai progettisti che per questo lavoro hanno ricavato parcelle milionarie, in euro.
Comitato di salvaguardia della Costa Picena
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