Il "duello" sul ripascimento delle spiagge di Grottammare

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Venerdì, 27 Novembre 2009

 

Grottammare - La faccia di Marzialetti non è venuta a raccontarci che la sabbia nera è (color) oro, ma poco è mancato. Durante il mezzo tempo assegnato nel “duello” ha però impartito con sicumera la sua Lectio Magistralis: “Il ripascimento, che si deve fare, si fa così”. E prendetevi pure ‘sti kg.1,235 di copie di progetti esecutivi, copie di ricerche di marketing Istituto Piepoli, di copie di relazioni di convegni, di copie di foto, di estratti dal famoso CEM (Constal Engineering Manual) by U.S.Army Corps/Washington, di estratti dell’ASCE (American Society of Civil Engineering), di copie di “falsi” problemi, ecc….

Cari ignorantoni (in senso buono, si capisce), voi mugugnate a sproposito. C’è stato solo un “problema di comunicazione” (sic!), non date retta all’ing.Pedraccini che ha fatto studi fasulli, al prof. Cantalamessa che fa relazioni sbagliate, agli altri Enti che hanno prodotto in due decenni studi e progetti! E fateve un giretto a Miami e Barcellona dove so’ tutti contenti con le loro “spiagge rifatte”. Fateme lavora’, fateme fini’, che è ‘sto casi’, alla fine andremo a misura’ quanta sabbia ci sta. E non rompete.

Il Faccia a Faccia (8 facce in tutto) non si è tenuto a Radio 3 o all’Università, ma sotto i neon di Confesercenti SBT, in territorio neutro (sic). Non ha avuto un arbitro ma un moderatore: Perazzoli, neutro anche lui (sic). Non si è tenuto in inglese ma in slang delle Marche sporche. Non ha radunato tutto i mondo dell’informazione ma solo la sua parte più rappresentativa, ovvero più autonoma, più competente, più puntuale, più incisiva (serie di sic).

Noi tapini [la faccia di Mariani e la mia] abbiamo per contro detto e non detto (per limiti anche nostri), per cui qui di seguito ribadiamo qualche punto che lo stesso Marzialetti, se ci riesce, potrebbe finalmente ascoltare invece di liquidare le contestazioni col saccente ghignetto da non-disturbate-il-manovratore.

  1. Non c’erano necessità, emergenze, pericoli, obblighi che motivassero questo ripascimento. Quel tratto a sud del Tesino (600 metri) era stupendamente selvaggio [ sassi chiari di fiume, vegetazione aspra e spontanea, niente turisti, niente insediamenti intensivi, niente chalet] ed era prezioso così. Quando il mare si sfogava non succedeva niente, alle mareggiate si andava lì a guardare, ad ascoltare, a respirare forte, a farsi trasportare dal vento. Minuscola oasi sgangherata e vitale.

  2. Ripascimento: è fatto con sabbia “non compatibile”, ma Marzialetti dice il contrario e dice di aver ragione. La sabbia è nera e nera resterà. Vedremo quanta ne resta dopo le mareggiate dell’inverno. Per ottenere risultati accettabili occorrerebbero - invece - sabbie “compatibili” ed interventi meno invasivi. Non lo diciamo solo noi. Lo confermano infausti interventi vicini e lontani. La sabbia è “risorsa strategica”? Appunto: lasciamola in pace.

  3. Questa sabbia nera danneggia gravemente la fauna marina e il paesaggio. Innalzerà la temperatura al suolo. Il confronto con la nostra non regge, si vedrà sempre che è spiaggia rifatta, e MALE.

  4. Riteniamo sia sabbia che alle mareggiate (per fortuna) scivolerà via e saranno milioni pubblici buttati (purtroppo). Le scogliere mai saranno efficaci, a meno di non voler muragliare in maniera continua e massiccia. E torneranno i sassi, sulla sabbia nera rimasta.

  5. Per i noti fenomeni climatici e per le trasformazioni ambientali in essere, il mare continuerà a salire di livello e le mareggiate aumenteranno di intensità ed energia, se non in numero. Impossibile opporsi. Occorrerebbe – piuttosto – saggiamente arretrare le strutture che ci sono, evitare di farne altre, ragionare, prevedere, calcolare. La politica dovrebbe offrire incentivi a chi cominciasse a comportarsi virtuosamente in controtendenza. Per esempio adottare strutture leggere, smontabili in 24h.

  6. Al contrario, ad ogni mareggiata arrivano i soldi delle “calamità naturali”: così si ricostruisce e si fortifica, si avanza ancora, si compiono scempi architettonici, mostruosità edilizie irreversibili che addirittura respingono i turisti.

  7. Ripascimenti e scogli, dove non vitalmente necessari, sono dunque dei “FALSI”. Inutili, dannosi, costosi, eternamente instabili. Brutti e cattivi (si può dire brutti e cattivi?).

  8. Al di là dei costi milionari, ci sono anche i danni indotti dai continui lavori: inquinamento, usura da traffico pesante, pericoli dei cantieri [ mai protetti, mai sorvegliati, mai segnalati se non tardivamente e con cartelli vaghi e incompleti. Esempio ultimo i cartelli di Regione e Capitaneria comparsi dopo più d’un mese dall’avvio dei lavori, e solo dopo segnalazione non certo di giornalisti ma di un PGC o SDG qualunque: raffazzonati, incompleti e quindi gravemente irregolari ].

  9. E il Parco Marino? Questi artifici che stravolgono l’ambiente, che uccidono la fauna o la fanno scappare, che concentrano le strutture turistiche oltre il tollerabile, sono in linea con i vincoli del Parco? NO. Infatti il Parco non si fa.

  10. L’interesse collettivo? Zero. E abbasso l’ipocrisia: lo ha detto il neutro Perazzoli, che “Confesercenti fa gli interessi dei commercianti. Lì cresceranno chalet e altro. E vanno protetti”.

* Io ero uno dei “padrini”. Ringrazio Sandro Mariani per la (rischiosa) fiducia.

(Pier Giorgio Camaioni)

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