“ Vanno vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio ”
Porta nebbie, l’autunno a Grottammare, e vomitevoli spessi fumi di olive da pellet. E, quest’anno, dune alte di sabbie nere sulla spiaggia Tesino sud. Viene presto il buio in questo periodo: per qualche ora camuffa il grigio dei giorni, sfuma pietoso lo squallore d’intorno e il nero dei cumuli sabbiosi, i tracciati dei camion sulla riva, lo schifo che ti prende alla gola.
Trattiene il respiro, il mare, immobile, inerte da giorni. Incredulo, forse.
Vanno vengono ritornano, i camion di sabbia nera. Li incontri sull’Adriatica, li vedi in autostrada, li incroci sul lungomare. Il cassone coperto, ma sai già cosa e dove vomiteranno. Sai anche da dove vengono: lo vedi dalla nazionale, spaventevole immenso stoccaggio a Torre di Palme.
“Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore ”
Tesino sud non c’è più.
Ex spiaggia di dune sassose, cespugli verdi, aveva respiro di mare libero. Rabbiose chiatte spararono sabbia nera che li coprì ma tornarono, i sassi, riportati dal mare con la sua collera antica. Brandirono allora l’ascia di guerra, i signori della sabbia milionaria, rabbiosi ringhiarono mare-fatti-più-in-là, vinceremo noi. Strillarono forte, con loro, stampa e sindaci e “dotti” d’ogni risma: gloria ai sapienti che ci daranno spiaggia e spiaggia e spiaggia - se di sabbia nera e schifida e millenaria e morta non importa - e chalet e ombrelloni e turisti. Non si azzardi il mare a coprire l’odore dei soldi.
Oggi il mare lo nascondono cumuli enormi di sabbia nera che premono fin sulla strada, soffocano ogni visuale […e si mettono tra noi e il cielo per lasciarci soltanto una voglia di pioggia ]. Accerchiano l’unico, ultimo cespuglio verde. Sparirà anche quello, con le piramidi di ghiaia tristemente ammucchiata per far posto alle sabbie morte, deserte d’ogni forma di vita, che camion e ruspe e trattori già spandono con feroce impegno. Oggi il mare sembra vinto, chi ha voluto spiaggia e spiaggia e spiaggia l’avrà, su quel deserto pianterà il vessillo dell’interesse che tutto piega e corrompe […non vedi più il sole e le stelle / e ti sembra di non conoscere più / il posto dove stai.].
Ma viene da lontano, il mare, non è inerme. Si sveglierà. Che lo si speri o no.
(Sara Di Giuseppe)
”
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano
tanti giorni
che non vedi più il
sole e le stelle
e ti sembra di non
conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra
noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di
pioggia
“
(Fabrizio De Andrè - Le nuvole – 1990) |