San Benedetto del Tronto - Non può ridursi ad un semplice aspetto economico di simile entità la mancata realizzazione di un progetto come quello che riguarda l’istituzione dell’area marina protetta del Piceno.
250.000 (Duecentocinquantamila) Euro, che a San Benedetto del Tronto corrispondono al costo di un appartamento di piccole dimensioni, questa è la somma che servirebbe a mettere in moto l’unica iniziativa attualmente a nostra disposizione per una seria, reale difesa e salvaguardia del territorio come anche di coloro che ci vivono.
"Il mare: patrimonio da tutelare e risorsa per lo sviluppo sostenibile” più che un convegno universitario mi è sembrata un’occasione che i politici locali (e non) hanno sapientemente sfruttato per ribadire concetti che da tempo sono però trattati spesso solo in teoria dato che non trovano poi corrispondenza nella quotidianità.
L’unica persona che nel tempo ha dimostrato praticamente d’avere a cuore la realizzazione del Parco Marino del Piceno è l’attuale Presidente della Provincia Massimo Rossi, che intervenendo alla fine del “Convegno” ha raccontato brevemente la storia travagliata di questo ambizioso progetto, di cui in passato anche l’ex assessore
sanbenedettese Nazzareno Torquati si è fatto attivo portavoce. Ora a causa delle nuove coalizioni il Presidente Rossi è diventato improvvisamente per alcuni un avversario politico da battere e da “abbattere”. Sarà difficile però per la nuova coalizione, di cui anche i Verdi fanno parte, se eletta, portare avanti coerentemente il progetto del Parco Marino e l’insano desiderio di Powerboat che continua ad aleggiare in queste acque.
250.000 Euro: Parco Marino del Piceno, un progetto che dura nel tempo. 100.000 (150.000 ?) Euro: Powerboat, tre giorni d’intrattenimento e …
Secondo voi qual è l’investimento più duraturo e proficuo di cui questo territorio sente grande bisogno? Dove intendono invece investire le risorse economiche disponibili gli amministratori della Città, della Provincia e della Regione?
Che lo dicano chiaramente ai cittadini e facciano sapere in quale creatura vogliono trasformare questa città. Abbiamo il diritto d’essere informati per avere, se necessario, anche la possibilità di dissentire ma soprattutto di farlo in tempo. (RG)
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