Nella foresta dell'Amazzonia l'innalzamento del clima, anche se sembra impossibile, può fare più danni di quanti non ne abbia già finora prodotti l'intervento diretto dell'uomo. La deforestazione in quest'area, che negli ultimi 20 anni ha visto la distruzione di piante su una superficie grande tre volte quella dell'Italia, potrebbe diventare un "bel ricordo" dei tempi andati, quando l'uomo "aveva ancora cura dell'ambiente".
Se la temperatura si alzerà di 2° gradi nel giro di 100 anni sparirà tra il 20 e il 40% degli alberi della più grande area verde del Mondo, fondamentale per gli equilibri ecologici del Pianeta. Se invece il clima aumenterà di 3° sarà il 75% degli alberi dell'Amazzonia a sparire nell'arco di un secolo, mentre con 4° sarà l'85%. «Sarebbe un mondo diverso da quello che abbiamo conosciuto fino adesso» ha commentato Vicky Pope, uno dei responsabili del Centro studi sul clima inglese, che ha svolto questo studio dalle conclusioni apocalittiche, presentato durante il secondo giorno della Conferenza internazionale sul riscaldamento globale in corso a Copenhagen, che fa seguito a quella delle Nazioni Unite , svoltasi sempre nella stessa città in dicembre.
E' uno degli studi più drammatici e allarmanti presentato fino ad ora, che rivede in negativo anche le più pessimistiche previsioni sul destino della foresta che occupa una superficie più grande di quella dell' intera Europa. La ricerca è stata in parte svolta con una serie di simulazioni al computer che mostrano le modificazioni nei diversi tipi di alberi dell'Amazzonia, che subentrano a secondo dell'innalzamento del clima. «E' come una granata sul nostro futuro» - ha commentato Tim Lenton, uno dei relatori presenti a Copenaghen. Il fatto che la foresta fosse minacciato dall'innalzamento delle temperature non è nuovo, visto che molti studi avevano già evidenziato il problema delle continuità delle risorse idriche nella zona, a seconda dell'innalzamento delle quote dei ghiacciai sulle Ande, ma adesso le cifre assumono proporzioni mai ipotizzate.
CONSEGUENZE IMPREVEDIBILI - «La sparizione in un secolo di oltre metà della foresta amazzonica - ha detto Peter Cox, esperto di clima e professore all'Università di Exeter - avrebbe conseguenze su tutto il resto del mondo. La fascia tropicale è quella che condiziona maggiormente il clima globale e con una riduzione di questa portata dell'Amazzonia non sarà più la stessa». «Si tratta di uno scenario da incubo - ha aggiunto Beatrix Richards, responsabile foreste del Wwf inglese - le cui conseguenze non sono prevedibili».
SCELTE E RESPONSABILITA' DELLA POLITICA - La stretta relazione tra clima e foreste è nota da tempo «così come quella tra le attività umane e il riscaldamento del pianeta» - ha detto uno degli scienziati del Centro studi sul clima che ha effettuata la ricerca sull'Amazzonia. «La politica mondiale - ha commentato l'ambientalista inglese Tony Juniper - non può porre nuovi rinvii di fronte a rischi di questa portata. I governi dei paesi devono immediatamente cooperare per tagliare le emissioni di gas serra, altrimenti è inutile fingere di non capire che si sta procedendo a passi spediti verso un catastrofico innalzamento del clima e una possibile estinzione di massa». (Stefano Rodi - repubblica.it)
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