Italia: malattie sessuali in crescita

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Venerdì, 13 Marzo 2009

 

E' allarme malattie veneree in Italia. Le patologie sessualmente trasmissibili sono tornate a colpire con percentuali preoccupanti nel nostro paese. Lo sostiene, dati alla mano, l'ultimo rapporto "Osservasalute 2008", realizzato dai ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma, secondo cui i casi di sifilide e gonorrea sono in netto aumento.

Tra il 2000 e il 2006 l’incidenza della sifilide è cresciuta del 146 per cento su base nazionale nei soggetti fra i 15 e i 24 anni. E del 200 per cento nelle persone fra i 25 e i 64 anni.

Meno marcato il ritorno della gonorrea, praticamente raddoppiata su base nazionale tra i 15 e i 24 e in crescita di un quarto nella fascia 25-64.

Dai dati purtroppo emerge che ad essre maggiormente colpiti dalle malattie veneree sono i giovani, molto imprudenti e poco abituati a proteggere poco i loro rapporti sessuali. La ricerca, condotta da 266 studiosi distribuiti su tutto il territorio italiano ha dimostrato che, dopo la grande paura dell'Aids, gli italiani hanno abbassato la guardia sul fronte delle malattie sessualmente trasmissibili.

Le infezioni da Hiv invece che diminuire negli ultimi 8 anni sono rimaste praticamente stabili. Ci sono circa 4000 nuovi infetti ogni anno. E quel che è peggio è che molti ragazzi non hanno una percezione dei rischi a cui vanno incontro senza protezioni.

Le regioni a maggiore incidenza per la sifilide sono la provincia Autonoma di Trento e il Friuli Venezia Giulia per quanto riguarda la classe 15-24 anni, Lazio e Friuli Venezia Giulia per la classe 25-64 anni. Sul fronte gonorrea, invece, il primato spetta a Provincia autonoma di Bolzano e Piemonte per la classe 15-24 anni e a Piemonte e Lazio per la classe 25-64 anni.

Preoccupa anche il fatto che, secondo una recente indagine Eurisko, due italiani su tre non usano il preservativo in rapporti a rischio. Mentre solo uno su cinque confessa di metterlo sporadicamente. Solo la metà dei giovani poi conosce la contraccezione ormonale per le donne. Ma ahime, quasi tutti sanno cosa sia la pillola del giorno dopo. Il 16 per cento ammette che la compagna l’ha provata. E tra il restante 84 per cento c’è chi non esclude che la propria compagna l’abbia assunta a sua insaputa. (scienze.tv)

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