Moria delle api: la FAI lancia un appello ai Ministeri dell'Agricoltura e Salute

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Lunedì, 9 Marzo 2009

 

Un duplice appello, al ministero delle Politiche agricole e al ministero della Salute, per rilanciare una nuova sinergia nella lotta alla grave moria che sta affliggendo il mondo apistico: questa la strategia promossa dalla Fai (Federazione apistica italiana) durante il convegno 'Agricoltori e veterinari - nemici o alleati dell'apicoltore?', svoltosi ieri a Piacenza, nell'ambito del 26/mo Apimell, la Fiera nazionale dell'Apicoltura. ''E' come una emorragia - ha detto il presidente Fai Raffaele Cirone - ma sta nel confronto costruttivo, nel reciproco rispetto tra operatori del mondo apistico, dell'agricoltura e della sanita', della ricerca e delle istituzioni, la formula per porre rimedio al grave degrado del patrimonio apistico italiano''. Al ministero delle Politiche agricole la Fai ha chiesto di promuovere una campagna di sensibilizzazione del mondo agricolo sull'utilita' delle api, di ripristinare i bollettini fitoiatrici, di coinvolgere le organizzazioni nel monitoraggio della moria; al ministero della Salute e' stato invece chiesto di adottare una politica sanitaria favorevole agli apicoltori, di vigilare sul rispetto delle regole, di rivedere il Regolamento di polizia veterinaria, di semplificare le regole amministrative e di sostenere il peso economico per l'acquisto di prodotti utili al risanamento degli alveari colpiti.

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California del Sud in fiore e finalmente tornano le api

 

BUONE notizie dagli Stati Uniti: nella California del Sud, ricoperta ora di campi e alberi fioriti, sono tornate le api; proprio lì dove avevano iniziato a scomparire tre anni fa facendo preoccupare ambientalisti ed esperti climatici. Un allarme esteso anche all'Europa, che non aveva risparmiato neppure l'Italia, dove nel giro di un anno la popolazione delle api si è dimezzata.
Nel 2006 negli Stati Uniti fu lanciato il primo grido d'allarme perché gli insetti si erano presentati all'appuntamento con la primavera a ranghi molto ridotti: dal 30 al 50 per cento in meno. I fiori si seccavano e cadevano dagli alberi, gli agricoltori erano disperati e gridavano alla catastrofe. Ci fu chi citò la frase attribuita ad Einstein: "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita". Fatti i conti, fino al 2010.
Ora, a tempo quasi scaduto, il pericolo sembra scongiurato. Questa primavera, di fronte ai miliardi di fiori sbocciati si sono inaspettatamente schierate intere divisioni di api operaie pronte a fare il loro dovere fino in fondo e a salvare, così, il mondo, l'umanità, ma soprattutto il ricchissimo mercato delle mandorle californiane, pari all'80 per cento delle mandorle di tutto il mondo.
La ragione per cui siano tornate rimane un mistero, come ancora non si è chiarito il motivo della loro scomparsa: si è parlato degli ogm, dell'inquinamento, dell'effetto serra, dei pesticidi e dei cellulari. Una ricerca commissionata dalla Fao conclude: "per la maggior parte dei tipi di impollinatori i dati a lungo termine della popolazione sono insufficienti, ed incompleta è la conoscenza della loro ecologia di base". Tradotto: non si sa. Forse ha ragione chi ha fatto notare in questi anni che si può parlare di una serie di fattori incrociati, dall'insorgere di alcune epidemie negli alveari al fatto che in California le api si nutrono sempre degli stessi nettari (mandorle e grano), il che le ha alla lunga debilitate.
Sul ritorno in massa delle api potrebbe aver influito, in modo indiretto, anche la crisi economica. Tra agosto e dicembre i prezzi delle mandorle sono crollati del 30 per cento, gli agricoltori hanno tagliato i costi e si sono messi a dar loro la pastura alle api autoctone senza "assumerne" di stagionali. Ne hanno migliorato la dieta, così, ed aumentato il numero, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti. (repubblica.it)

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