I bambini e la campagna. "Le more? Caramelle"

Aggiorna la pagina

 

Sabato, 30 Maggio 2009

ACCAREZZARE un pulcino, dar da mangiare alle galline, tosare una pecora oppure mungere una vacca. O ancora salire su un trattore, prendere le uova direttamente dal pollaio, raccogliere l'insalata o i pomodori. Non tutti i bambini hanno avuto l'occasione di entrare in una fattoria o guardare da vicino un orto. Anzi, solo uno su tre si è avvicinato alla campagna e, secondo un sondaggio europeo, i bimbi italiani sono i meno esperti in tema di agricoltura, coltivazioni e allevamento.

Le risposte dei bambini sono state curiose se non stravaganti e fantasiose. Anche se il sondaggio dell'Ue

non è recente, i risultati sono considerati ancora validi e sono stati evidenziati dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori in occasione della festa nazionale di "Scuola in fattoria", iniziativa promossa per avvicinare i più piccoli alla campagna ma soprattutto educare a mangiare in maniera corretta e sana per contrastare sovrappeso e obesità.

Il sondaggio europeo ha interpellato in particolare i bambini delle scuole elementari che hanno un'immagine particolare della vita in campagna e pensano che l'agricoltore sia un nonno indaffarato, amichevole e altruista. I piccoli pensano che arance, olive e banane crescano nel Regno Unito, le pesche in Finlandia, che il cotone venga dalle pecore, che il pollo abbia quattro cosce (stranamente proprio la parte preferita da mangiare), che lo zucchero non si sa dove venga, che le more sono caramelle, che l'orto sia nel supermercato.

Per i piccoli una fattoria senza animali è quasi inconcepibile. Quasi tre quarti dei bambini europei sono stati in una fattoria almeno una volta e a quasi nove bambini su dieci la visita è piaciuta. La visita è stata più entusiasmante per i bambini spagnoli e irlandesi (64 e 59 per cento rispettivamente), ma meno per i bambini tedeschi e italiani (35 e 27 per cento).

I bambini hanno difficoltà ad associare i prodotti non trattati alla loro forma finale dopo la trasformazione. Per esempio, il 50 per cento dei bambini europei non sa da dove viene lo zucchero, tre quarti non sanno da dove viene il cotone, mentre un quarto crede che cresca sulle pecore. Un terzo dei bambini non è in grado di citare nemmeno un prodotto derivato dal girasole.

La maggior parte dei bambini entra in contatto con la produzione agricola unicamente al supermercato: solo il 10 per cento cita la fattoria come regolare fonte di acquisto per la famiglia. Il numero è più alto in Lussemburgo e Austria (30 e 28 per cento) e più basso in Irlanda (2 per cento), Regno Unito e Spagna (3 per cento entrambe). Quasi un quarto dei bambini non è in condizione di citare un metodo di conservazione del cibo diverso dal congelamento.

Interrogati su quali animali producono latte, tutti i bambini hanno citato le vacche. Tuttavia, tra la metà (Irlanda, Svezia e Italia) e tre quarti (Grecia) dei bambini hanno menzionato anche le capre. Inoltre, in media un bambino su due ha citato le pecore, con una frequenza che va dalla Finlandia, Irlanda e Regno Unito fino alla Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.

Forti differenze compaiono quando ai bambini viene chiesto quali prodotti possono essere ottenuti dal latte. Il formaggio è il più citato da tre bambini su quattro. Oltre la metà dei bambini ha citato il burro e lo yogurt e quattro su dieci la crema di latte. Altri prodotti (panna montata, formaggio di latte cagliato, gelato) vengono citati meno frequentemente.

L'iniziativa della Cia è diretta anche a una sana e corretta alimentazione per contrastare obesità e sovrappeso che si riscontrano in maniera evidente soprattutto fra i bambini. I dati parlano chiaro. In Europa la situazione peggiore si riscontra in Gran Bretagna (29 per cento di sovrappeso tra i 5 e i 17 anni, sia nei maschi sia nelle femmine), nei Paesi mediterranei (Cipro, Italia, Malta, Spagna) e del Portogallo. In ogni caso, per l'Organizzazione mondiale della sanità 1 ragazzo su 5 in Europa è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso - 3 milioni dei quali obesi - si aggiungono 400 mila "nuovi" sovrappeso.

In Italia, oltre un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1 per cento), un dato che scende al 25,4 per cento nella fascia tra i 10 e i 13 anni, e precipita con l'adolescenza (14-17 anni) al 13,9 per cento. Per i bambini e adolescenti italiani, al di sotto della maggiore età, l%u2019obesità infantile si attesta al 4 per cento di media, ma secondo recenti studi, nel 2025, mantenendosi questa situazione, l'obesità infantile nel nostro Paese triplicherà, arrivando al 12,2 per cento. Prevenire, magari con una passeggiata in campagna, è quindi meglio che curare. (Rita Celi - repubblica.it)

Visione ottimizzata 1024x768 pixel

Imposta come tua

"Pagina iniziale"

di Internet Explorer

Webmaster

Disclaimer

by meteorivierapicena.net