Si consuma meno elettricità. E' la prima volta dal dopoguerra

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Lunedì, 25 Maggio 2009

 

Per la prima volta dal dopoguerra i consumi energetici globali sono in netta flessione: il 2009 si chiuderà a quota meno 3,5 per cento. Un segnale negativo dal punto di vista economico ma anche preoccupante dal punto di vista ambientale. Il rapporto dell'International Energy Agency, distribuito al G8 energia aperto ieri a Roma, precisa infatti che nell'immediato la crisi ha portato a una riduzione del carico inquinante (6 per cento in meno di emissioni di anidride carbonica nel 2008 e una quota analoga nel 2009), ma nel lungo periodo i gas serra aumenteranno: "I bassi prezzi dei combustibili fossili e le difficoltà finanziarie possono portare a una riduzione degli investimenti nelle tecnologie pulite, aumentando il bisogno di centrali alimentate con i fossili".

Nel 2009, aggiunge l'Iea, in assenza di interventi correttivi da parte dei governi si potrebbe registrare una caduta del 38 per cento degli investimenti nelle fonti rinnovabili, interrompendo un trend di crescita molto incoraggiante (più 85 per cento nel 2007). E' per questo che i ministri dei 23 paesi che hanno partecipato ai lavori del G8 di Roma e che rappresentano più dell'80 per cento del mercato globale dell'energia si sono dati tre obiettivi. Primo: definire strategie condivise per affrontare il cambiamento climatico globale che non può superare la soglia dei 2 gradi senza conseguenze catastrofiche. Secondo: promuovere gli investimenti per la sicurezza energetica e lo sviluppo sostenibile. Terzo: dare energia al miliardo e 600 milioni di persone che non hanno accesso alla rete elettrica.

I primi atti concreti sono stati la firma da parte di 13 paesi dell'accordo internazionale sull'efficienza energetica, l'intesa tra l'Enel e l'ente elettrico statale egiziano per rilanciare le fonti rinnovabili, un accordo italo giapponese per la promozione del nucleare. "Si tratta di creare una sinergia positiva tra i governi, che devono dare le regole, e le imprese, che devono mettere a disposizione i capitali", ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. "Perciò per la prima volta nel corso di una riunione dei ministri dell'Economia è stato organizzato un incontro tra governi e imprese".

Non è detto infatti che il prezzo del barile del greggio si fermi tra i 60 e i 70 dollari, quella che il presidente dell'Eni Roberto Poli ha definito la "fascia magica" che stimola l'innovazione senza deprimere il mercato. E in presenza di sbalzi continui e violenti, come ha sottolineato l'amministratore delegato di Sorgenia Massimo Orlandi, "serve un quadro stabile di regole e incentivi che consenta alle imprese di fare gli investimenti necessari a garantire la sicurezza energetica e quella climatica". Spingere sull'innovazione e sull'energia pulita, ha aggiunto l'amministratore delegato del Gse Nando Pasquali, avrebbe ricadute positive anche sul piano occupazionale: "Le fonti rinnovabili hanno creato 2,3 milioni di posti di lavoro negli ultimi 5 anni e in Italia potranno dare nei prossimi anni 60-70 mila posti di lavoro". (Antonio Cianciullo - repubblica.it)

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